Page 232 - 150° Anniversario II Guerra d'Indipendenza - Atti 5-6 novembre 2009
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232          150° anniversario della ii Guerra d’indipendenza. atti del conveGno



                 un assetto basato su eserciti da caserma (eserciti di qualità, nella versione di
                 La Marmora e di altri apologeti di questa scelta) , eserciti che, tra l’altro,
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                 erano sostanzialmente privi di riserve in quanto basati sì sulla coscrizione, ma
                 che dalla leva si aspettavano di ricavare, come indicavano gli anni della ferma
                 (dai cinque agli otto), soprattutto dei soldati di professione, non una nazione
                 armata sul modello prussiano, eserciti che di fatto poco differivano da quello
                 austriaco, che si presentava invece quale, ad un tempo, espressione e tutela
                 dei principi tradizionalisti antirivoluzionari, vale a dire dell’assolutismo e del
                 legittimismo, contro il sovversivismo dilagante.
                   Di qui la necessità, da parte degli alleati, del ricorso ai volontari (undicimila
                 dei  poco  più  dei  sessantamila  uomini  dell’esercito  regolare  sardo,  almeno
                 altri ventimila nei corpi di Garibaldi, Mezzacapo ecc.), un ricorso che era,
                 va da sé, assai rischioso per chi si riprometteva di imbrigliare la rivoluzione
                 in modo da far sì che fosse raggiunto, se non proprio l’esito spartitorio della
                 penisola tra i Savoia, i Bonaparte-Murat e il papa prefigurato a grandi linee a
                 Plombières, quanto meno un assetto che salvaguardasse gli interessi territoriali
                 più ‘immediati’ dei due sovrani alleati, da un lato Nizza e Savoia, dall’altro
                 la Lombardia (ed eventualmente Parma). A Solferino  si esaurì, di fatto, la
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                 spinta degli eserciti da caserma.













                 15  Cfr. piero pieri, Le forze armate nell’età della Destra, Milano, Giuffrè, 1962 e id.,
                   Storia militare del Risorgimento. Guerre e insurrezioni, Torino, Einaudi, 1962. Tut-
                   tavia va sottolineato che Pieri equipara o, meglio, include le riforme di La Marmora a
                   (in) quelle di Cavour, mentre mi sembra evidente lo scarto che separa le prime, ispi-
                   rate al modello francese e quindi ad un assetto politico fondamentalmente autoritario,
                   dalle seconde, espressione invece di un liberalismo talvolta assai avanzato.
                 16  Cfr. l’ammirabile quadrilogia Il crinale dei crinali: la battaglia di Solferino e San
                   Martino, a cura di costantino cipolla, Milano, F. Angeli, 2009; il crinale della vit-
                   toria: la battaglia di Solferino e San Martino vista dal versante francese, a cura di
                   costantino cipolla e anGiolino biGnotti, Milano, Franco Angeli, 2009; l’altro cri-
                   nale: la battaglia di Solferino e San Martino letta dal versante austriaco, a cura di
                   costantino cipolla e pia dusi, Milano, Franco Angeli, 2009; Sul crinale: la batta-
                   glia di Solferino e San Martino vissuta dagli Italiani, a cura di costantino cipolla  e
                   matteo bertaiola, Milano, Franco Angeli, 2009.
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