Page 177 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
P. 177
Il declIno InternazIonale e la fIne del regno BorBonIco 177
Francesco II si fa presentare i migliori soldati della batteria svizzera a Gaeta.
Litografia C. Perrin, Torino
bilizzanti dell’impresa dei Mille. Gli inglesi inviarono a Napoli, come amba-
sciatore straordinario, Lord Elliot che, dopo aver fermamente condannato
l’intollerabile assolutismo borbonico, nei suoi colloqui con i massimi vertici
del Regno, aveva posto, come irrinunciabile condizione per un’eventuale
mediazione inglese, l’immediata riattivazione della costituzione. Ancor più
stringenti furono le condizioni per salvare la dinastia borbonica che, il 12
giugno si sentirono porre dai francesi gli inviati napoletani a Parigi. Il piano
di salvataggio dinastico frettolosamente concepito dai francesi, peraltro mal-
destramente finalizzato anche ad “imbrigliare” le spinte annessioniste del
Piemonte (rafforzate dai successi militari garibaldini) prevedeva fra l’altro:
indipendenza della Sicilia, costituzione, trattato di alleanza fra Roma e
Torino. “ O noi abbiamo la forza di reprimere la rivoluzione – scriveva il 13
giugno 1860 l’ambasciatore borbonico a Parigi al Ministero degli Esteri
napoletano- o altrimenti noi abbiamo tempo da perdere per accettare le con-
dizioni dietro le quali l’imperatore vuol far credere di patrocinare la media-
zione presso i suoi alleati”.
Il governo napoletano si piegava così alle condizioni dei francesi e il 25
giugno 1860 con Atto sovrano, il Re Francesco II richiamava in vigore la
Costituzione del 1848. Quello stesso giorno venivano avviati con il rappre-
sentante diplomatico piemontese a Napoli i primi negoziati per la supposta