Page 305 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
P. 305
Volturno 1860. l’ultima battaglia 305
nazionale era predominante. La battaglia tuttavia, lo abbiamo detto in apertu-
ra, non ebbe mai un’analisi approfondita, soprattutto sotto l’aspetto militare.
L’esercito del Regno delle Due Sicilie merita in uno studio approfondito.
Sappiamo ancora poco di come, nel periodo precedente alla campagna del
1860, concepisse un’azione militare, quali le dottrine di impiego, l’iterazione
tra le tre Armi di fanteria, cavalleria ed artiglieria e l’efficacia degli armamen-
ti impiegati. Al Volturno le truppe leggere e quelle estere furono veramente
eccezionali, ma il loro valore ed abilità nel combattimento non salvarono la
giornata. Possiamo riassumere le ragioni della loro sconfitta nei seguenti
punti:
- nonostante la conoscenza del terreno, l’esercito borbonico compiva rego-
lari esercitazioni nella piana di casera e a Maddaloni, fu messo in atto un
piano operativo troppo complesso con una continua divisione delle truppe
sul campo di battaglia, con il solo risultato pratico di essere sempre più
deboli del nemico nel momento decisivo;
- mancanza di capacità di comando e di valutazione tattica da parte degli
ufficiali superiori. Gli eventi di Castel Morrone ne sono l’esempio più
significativo.
L’Esercito Meridionale di Giuseppe Garibaldi paradossalmente non ebbe
vita più lunga del nemico che aveva sconfitto, e venne sciolto. Le ragioni del
successo del 1 e 2 ottobre sono da attribuire all’ottimo lavoro di intelligence
e valutazione delle intenzioni del nemico che Garibaldi fu in grado di fare. I
suoi ufficiali, al contrario di quelli del nemico, ebbero sempre un controllo
diretto ed efficace sui combattimento in corso.
Eppure non tutto era andato per il verso giusto: gli attacchi in colonna alla
baionetta erano stati fermati dai cacciatori napoletani a Sant’Angelo, mentre
i battaglioni esteri di von Mechel avevano dimostrato che nelle operazioni
difensive alcuni reparti in camicia rossa, soprattutto i meno motivati, sempli-
cemente non erano in grado di tenere la loro posizione, disintegrandosi ai
primi assalti. Infelici caratteristiche che si ripresenteranno durante la campa-
gna trentina del 1866. Ma questa è un’altra storia.
a) Ordine di battaglia dell’esercito di Francesco II al 30 settembre 1860
Comandante in capo maresciallo Ritucci
1° Divisione Leggera Colonna (3.000 uomini)
- Brigata La Rosa: 1° btg Cacciatori (mag. Armenio), 3° btg Cacciatori (t. col.