Page 304 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
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            avevano alcuna possibilità di colpire i transiti nemici lungo la strada sotto-
            stante, posta ad oltre 200 metri di quota più sotto. Nicoletti decise di attacca-
            re comunque il battaglione  di Bronzetti  con le truppe del 6° Reggimento
            verso le 11 del mattino. Ricevettero l’appoggio prima da parte di elementi del
            2° Reggimento e poi del 4° mentre il resto della Brigata Ruiz, indisturbata,
            proseguiva verso Caserta Vecchia. Non solo la situazione tattica non era stata
            compresa efficacemente dai comandi borbonici, ma addirittura venne deciso
            un attacco  contro  una  posizione  trincerata  senza  il  necessario  supporto  di
            fuoco: solo l’assenza dell’artiglieria spiega le ragioni per le quali Bronzetti
            riuscì a resistere per oltre quattro ore. Alla fine il reparto garibaldino venne
            distrutto: degli 11 ufficiali  e 283 soldati che componevano il battaglione,
            restarono uccisi 2 ufficiali e 85 soldati, feriti 6 ufficiali e 97 soldati.
               L’indisciplina e la mancanza di senso tattico da parte degli ufficiali borbo-
            nici garantirono un successo locale - il 1° Battaglione Bersaglieri fu annien-
            tato - ma garantirono a Bixio il tempo necessario per superare la crisi sul suo
            fronte, situazione che non avrebbe potuto recuperare se Ruiz fosse arrivato in
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            tempo verso Maddaloni .

            6. concluSioni
               Le perdite complessive della battaglia per i due giorni del 1 e 2 ottobre
            furono per l’Esercito Meridionale di 306 caduti, 1.328 feriti e 389 dispersi, il
            10% degli effettivi impegnati in combattimento
               L’Esercito Borbonico lamentò 260 caduti, 731 feriti e 74 prigionieri sul
            fronte Sant’Angelo-Santa Maria, altri 221 uomini furono perduti a Ponti della
            Valle. Il 2 ottobre a Caserta vennero fatti prigionieri 2.089 uomini, per un
            totale di 3.375 perdite accertate, l’11% degli effettivi in campo.
               Il Volturno, insieme con la Battaglia di Solferino, è veramente la battaglia
            decisiva del Risorgimento italiano e rappresentò di fatto la base militare sulla
            quale fu edificata al costruzione dell’unificazione nazionale. Ma, al contrario
            delle battaglia del 1859, e di quelle che sarebbero avvenute nel 1866, si trattò
            di un scontro tra due eserciti italiani. La presenza estera era notevole, ma sia
            nell’Esercito Meridionale sia in quello del Regno delle Due Sicilie l’aspetto





            51   Per una ricostruzione dell’episodio di Castel Morrone cfr. l’importante articolo di G. di
               Lorenzo, Nuove fonti sulla battaglia del Volturno: rapporti e testimonianze sui fatti d’ar-
               me del 1° e 2 ottobre 1860 a Castel Morrone e Caserta Vecchia, in “Rivista di Terra e La-
               voro. Bollettino dell’Archivio di Stato di Caserta”, Anno 2, N° 3, dicembre 2007, pp. 113-
               131.
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