Page 299 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
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Volturno 1860. l’ultima battaglia                                  299






























               “Le Termopili d’Italia”. L’immagine ritrae il castello di Castel Morrone dalla strada per Caserta,
               la stessa seguita dalle truppe di Ruiz il 1 ottobre 1860. Si noti come fosse impossibile per gli uomi-
               ni di Bronzetti colpire la colonna borbonica in marcia e quanto poca fosse l’urgenza di attaccare
               la posizione, di per sé piuttosto isolata.


               aperto  riuscivano ad assorbire  ed in  parte  vanificare  la  potenza  di fuoco
               dell’avversario ed a sfruttare ogni appiglio tattico per avanzare ed isolare le
               pericolose posizioni nemiche.
                  In breve la lotta per superare la fascia di sicurezza di Sant’Angelo coin-
               volse tutte le forze della Brigata Polizzy: dopo la ritirata del 10° Battaglione
               Cacciatori, la prima unità ad entrare in azione, furono impiegati uno dopo
               l’altro l’8° ed il 9° Battaglione Cacciatori, i quali non riuscirono a superare lo
               spaventoso volume di fuoco sviluppato dai difensori. Divenne in breve neces-
               sario impiegare la Brigata Barbalonga la quale a fatica riuscì finalmente a
               sfondare le difese di Medici presso Casina Longo. La fanteria leggera borbo-
               nica riuscì in questa fase a contenere a fatica due contrattacchi garibaldini,
               infiltrare un intero battaglione oltre Sant’Angelo sino a minacciare l’anticima
               del  Monte  Tifata,  il  monte  San Nicola.  Ma questo  punto le  truppe  di  De
               Rivera avevano esaurito la loro spinta offensiva. I soldati borbonici non si
               erano risparmiati; avevano ributtato indietro la Divisione Medici sino sulle
               pendici del Tifata, conquistato il villaggio di Sant’Angelo intorno alle 13 del
               pomeriggio e messo in crisi l’intera ala sinistra di Garibaldi. Occorrevano
               forze fresche perché il buon successo tattico fosse sfruttato e le provate unità
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