Page 366 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
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            divenuta la più efficace» . Una volta mondate della patina retorica, queste
            affermazioni possono essere considerate fondamentalmente corrette, purché
            tuttavia non ci si dimentichi del fatto che «il filo di ferro» fu piegato da una
            logica istituzionale chiaramente centripeta, diretta, cioè, a preservare il ruolo
            egemone, se non esclusivo, dei militari di carriera piemontesi (e, all’interno
            di essi, del nucleo dirigente vicino alla corte e dal quale il sovrano ricavava i
            ministri della guerra) nei confronti della militarizzazione ‘dal basso’ promos-
            sa di regola dalla Sinistra, ma anche da ambienti moderati. Di qui il fallimen-
            to dei  tentativi  di Garibaldi  sia di conservare  l’esercito  meridionale,  che
            aveva sconfitto i borbonici, sia di costituire un’efficiente guardia nazionale
            mobile. La stessa guardia nazionale, il palladio delle libertà borghesi, sarebbe
            stata assorbita nel 1875 dall’esercito permanente, un destino incontrato pochi
            anni dopo anche dalle società di tiro a segno, le istituzioni che erano state per
            un ventennio lo strumento più efficace di una militarizzazione ‘dal basso’.
               Come doveva scrivere Garibaldi a Giacomo Medici, dal processo di unifi-
            cazione politica era uscito «un Governo basato sulla forza d’un Esercito
            stanziale che combatterà anche il popolo» ; l’unificazione militare non solo
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            era stata nella maggioranza delle regioni italiane imposta dall’alto, ma era
            sempre stata imperniata su una politica di autoconservazione dell’istituzione,
            che l’aveva resa al di fuori del vecchio Piemonte più o meno estranea, se non,
            come doveva avvenire soprattutto in alcune aree del Meridione, antagonista,
            rispetto alla società civile.





















            20  Cit. in id., L’esercito italiano da Napoleone a Vittorio Veneto fattore di unità nazionale?,
               in La chioma della vittoria. Scritti sull’identità degli italiani dall’unità alla seconda re-
               pubblica, a cura di Sergio Bertelli, «Quaderni del Castello di Gargonza», 11, 1997, pp. 53-
               81: 69.
            21  Cit. in Piero Del Negro, Garibaldi tra esercito regio, cit., p. 278.
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