Page 72 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
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               Pertanto in Sicilia il contrabbando si estese e la commistione tra interessi
            pubblici e privati diede origine a irregolarità ed a una diffusa corruzione.
               “Al di qua del faro”, la situazione fu leggermente migliore perché la vigi-
            lanza degli Intendenti delle province e della Direzione Generale del ministero
            delle finanze fu più assidua.
               Per ovviare alla deficienza degli organici delle Guardie dei Dazi Indiretti,
            il Governo provvedeva spesso all’arruolamento di guardie provvisorie reclu-
            tate sul posto e non istruite, che quando licenziate per ridurre la spesa, si
            dedicavano al banditismo ed al contrabbando.
               Quando il Governo si trovava in difficoltà nella lotta al banditismo, ricor-
            reva all’espediente di scendere a patti con le bande di malfattori e le arruola-
            va come “Squadriglia di armigeri” per la tutela dell’ordine pubblico.
               Il sistema fu largamente usato in Sicilia, dopo la sollevazione del 1840-
            1843, per la repressione del contrabbando, con il risultato che le bande arruo-
            late si arricchirono rapidamente.
               In ogni caso, però, il Corpo della Guardia dei Dazi Indiretti conservò sem-
            pre l’impronta militare che aveva ricevuto ai tempi di Murat, tanto che un
            generale dell’Esercito veniva nominato “Ispettore per la parte militare” con il
            compito di tenere la matricola, disporre i trasferimenti, controllare l’arruola-
            mento, l’equipaggiamento e l’istruzione militare delle guardie.
               Vi era quindi un collegamento tra il Corpo e le Forze Armate in funzione
            di un impiego  militare  delle  Guardie in caso di guerra, come peraltro  già
            avvenuto nell’intervento contro la Repubblica Romana nel 1849 ed ancora
            prima al tempo del Regno Murattiano.
               La vita degli agenti, soprattutto nei posti di servizio isolati lungo le coste
            e sui monti ove correva il confine terrestre era durissima e con paghe che
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            consentivano soltanto la mera sopravvivenza .
               Molti erano i Posti sistemati in una “pagliara”  dove l’arredamento  era
            inesistente, gli agenti dormivano a terra come gli animali in una stalla ed il
            vitto consisteva in un unico piatto di pasta e fagioli o pomodoro.
               I turni di servizio erano lunghi e pesanti ed il tempo per il riposo era mini-
            mo, senza lasciare spazio allo svago. D’altra parte i Posti distavano dal paese
            più vicino giorni di cammino tra valli e boschi poco sicuri.
               I conflitti a fuoco con i contrabbandieri erano frequenti, e provocavano
            morti e feriti tra le guardie.
               Questo è il motivo per cui la mortalità per malattia tra le guardie era ele-
            vata, come pure numerosi erano i casi di suicidio o diserzione.



            11   Ibidem, pag. 223.
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