Page 22 - Atti 2012 - L'Italia 1945-1955. La Ricostruzione del Paese e le Forze Armate
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22 L’ItaLIa 1945-1955, La rIcostruzIone deL Paese e Le Forze armate
vanno annoverati: l’abbandono imponente delle campagne; la brusca trasforma-
zione dei costumi; il consumismo; lo sregolato sviluppo edilizio.
L’evoluzione della società italiana e del contesto internazionale non fu sen-
za conseguenze politiche. Dopo una serie di tentativi da parte delle correnti più
conservatrici della DC di spostare l’asse del governo a destra, il PSI cominciò a
collaborare con la DC prima con un appoggio parlamentare esterno al governo di
Amintore Fanfani (1962) ed infine con la partecipazione diretta al governo di Aldo
moro (1963). Nenni, dopo la denunzia dei crimini di stalin fatta da Krusciov al
XX Congresso del PCUs (febbraio 1956) e dopo la repressione armata da parte
dell’URss della rivolta ungherese (ottobre 1956), si era andato convincendo che
i valori della democrazia e della libertà erano altrettanto importanti della socia-
lizzazione dei mezzi di produzione. La fase internazionale di distensione tra i due
blocchi della Guerra Fredda favorì il connubio DC-PSI. L’ingresso dei socialisti
al governo trovò una forte opposizione da parte della Confindustria mentre al-
tri imprenditori erano favorevoli alla corresponsabilizzazione dei lavoratori, se
non altro per far diminuire gli scioperi, e contavano sui benefici di una maggiore
stabilità politica, che avrebbe permesso la realizzazione di una programmazione
economica più accurata.
in cambio del loro appoggio al governo i socialisti domandarono l’istituzione
delle regioni a statuto ordinario, una riforma agraria tendente alla soppressione
della mezzadria, la riforma della scuola e soprattutto la nazionalizzazione della
produzione elettrica, che fu attuata nel 1962 dal governo Fanfani con la creazione
dell’ente statale ENEL. Venne attuata anche la scuola media unica, con l’obbligo
scolastico fino al 14º anno d’età. Fu invece bloccata la riforma agraria e anche
l’istituzione delle regioni, perché la corrente conservatrice della DC temeva il
costituirsi delle “regioni rosse”. Il sistema dell’economia “mista”, che si configura
con l’intervento dello Stato nell’economia (IRI, ENI ecc.) e la capacità dei vecchi
e nuovi imprenditori (Agnelli, Pirelli, Borghi, Zanussi, Merloni, Falck ecc.) di
conquistare nuovi mercati con prodotti innovativi e concorrenziali (ma dal punto
di vista estetico anche di qualità tecnologica), produce quello che per molti anni è
stato definito il “miracolo economico”. La società si trasforma, caratterizzandosi
sempre più come una società urbana e industriale (a danno del settore agrario), e
con un forte spostamento di popolazione dal Sud verso il Nord. Da qui una nuova
fase della storia italiana, caratterizzata da problemi sociali interni e politicamente
“bloccata” nella contrapposizione tra la DC e il PCI. Politici come Moro e Fanfani
tentarono, come si è accennato, il superamento dello stallo con progetti progres-
sivi come l’apertura a sinistra, ma tutto ciò appartiene al decennio successivo
rispetto al tema del convegno.