Page 21 - Atti 2012 - L'Italia 1945-1955. La Ricostruzione del Paese e le Forze Armate
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Atti del Congresso internAzionAle 21
tica sul solo partito cattolico e chiamò al governo esponenti dei partiti laici minori
anche per tenere a freno le spinte integraliste all’interno della DC. Proseguì poi
con decisione l’opera di reinserimento dell’Italia nella comunità internazionale.
L’Italia, infatti, dopo aver aderito nel 1948 all’OECE e al Consiglio d’Euro-
pa, intensificò i rapporti con lo schieramento occidentale attraverso l’adesione
alla NATO (aprile 1949). Inoltre, l’inserimento nel mercato europeo proseguì con
l’adesione alla CECA e poi, nel 1957, alla CEE. L’adesione allo schieramento
occidentale del governo aumentò le tensioni sociali, che raggiunsero il culmine
con l’attentato a Palmiro Togliatti (14 luglio 1948) e la scissione all’interno della
CGIL, con la formazione nel 1950 della CISL, di orientamento cattolico, e della
UIL, di ispirazione repubblicana e socialdemocratica.
Le elezioni politiche del 1953 videro una netta flessione della DC, che fallì nel
far scattare la cosiddetta “legge truffa”, ossia la legge che attribuiva un premio di
maggioranza alla coalizione che avesse ottenuto più del 50% dei voti. Alle dimis-
sioni di De Gasperi seguirono una serie di governi poco stabili. Questi governi
avviarono una riforma agraria e istituirono la Cassa del mezzogiorno. si avviaro-
no politiche di costruzione di grandi infrastrutture e si potenziò l’IRI, sviluppando
numerose imprese statali. Inoltre, la creazione nel 1953 dell’ENI, per potenziare
la ricerca e la produzione degli idrocarburi, servì per controllare l’iniziativa priva-
ta e impedire manovre speculative nel settore petrolifero.
i governi centristi indirizzarono una parziale riforma agraria nelle zone più
depresse del Paese, già avviata con il progetto De Gasperi-Segni nell’aprile del
1949 per l’espropriazione e il frazionamento delle grandi proprietà agricole. La
legge che alla fine venne approvata assegnava ai contadini solo un terzo o metà
delle terre originariamente destinate alla redistribuzione. La riforma divenne
strumento di clientelismo elettorale e non riuscì a formare l’auspicata classe di
piccoli proprietari contadini ma piuttosto piccole aziende a carattere familiare e
perciò scarsamente produttive, che ben presto chiusero i battenti. Gli stessi gover-
ni approvarono l’istituzione della Cassa del mezzogiorno, che con un’azione di
sovvenzioni statali ai privati cercò di avviare, con una politica di costruzione di
grandi infrastrutture, l’unificazione sociale ed economica del Meridione al resto
d’italia. Con il potenziamento dell’iRi, per lo sviluppo delle imprese statali, e la
già ricordata creazione dell’ENi lo stato diveniva imprenditore. La scoperta del
metano in Val Padana e la realizzazione di una moderna industria siderurgica sotto
l’egida dell’iRi permisero di fornire alla rinata industria italiana acciaio a prezzi
sempre più bassi.
Ma il “miracolo economico” non avrebbe avuto luogo senza il basso costo del
lavoro. Gli alti livelli di disoccupazione negli anni cinquanta furono la condizione
perché la domanda di lavoro eccedesse abbondantemente l’offerta, con le preve-
dibili conseguenze in termini di andamento dei salari. Lo sviluppo quindi, non fu
omogeneo ed anzi aggravò lo squilibrio tra Nord e Sud. Tra gli effetti del boom