Page 19 - Atti 2012 - L'Italia 1945-1955. La Ricostruzione del Paese e le Forze Armate
P. 19

Atti del Congresso internAzionAle                                    19



                Tutto ciò, naturalmente, deve essere visto in connessione con il contesto inter-
             nazionale.
                L’italia era entrata nella seconda Guerra mondiale come membro dell’Asse
             e ne era uscita come cobelligerante a fianco degli Alleati. Nell’immediato dopo-
             guerra il Governo italiano si era trovato di fronte a due problemi fondamentali:
             raggiungere un soddisfacente accordo di pace e assicurare il sostentamento della
             popolazione avviando la ricostruzione. La collaborazione economica, militare e
             politica prestata agli Alleati durante il periodo della cobelligeranza aveva reso
             meno pesante, alla fine della guerra, la “sorveglianza” alleata. Anche se lo sforzo
             militare dell’Italia “badogliana” aveva riscosso l’apprezzamento di alcune impor-
             tanti autorità militari alleate, tuttavia l’atteggiamento prevalente dei vincitori era
             di non concedere attenuanti. Facevano eccezione parziale gli stati Uniti d’Ame-
             rica, che non avevano nei confronti dell’Italia particolari rivendicazioni e che al
             contrario intravedevano l’importanza geo-strategica della penisola in funzione del
             containment, ossia il contenimento dell’espansione sovietica non solo nel con-
             testo territoriale tedesco ma anche sul confine orientale italiano e sulla regione
             adriatica e balcanica (guerra civile in Grecia).
                Alla conferenza di pace di Parigi partecipò in prima persona il Presidente del
             Consiglio Alcide De Gasperi, che invocando i meriti della cobelligeranza e della
             svolta democratica chiese di dare respiro e credito alla nuova italia repubblicana.
             L’Assemblea dei vincitori tenne in poco conto le richieste di De Gasperi, che il
             10 febbraio 1947 firmò il trattato di pace. Sul piano formale, il nostro Paese fu
             considerato alla stessa stregua delle altre nazioni europee sconfitte e alleate del-
             la Germania, anche se le condizioni di pace imposte furono relativamente meno
             gravose, in quanto l’Italia era ormai già vista, soprattutto dagli Stati Uniti, come
             parte dell’area politica occidentale. L’Italia dovette subire rettifiche di frontiera
             in favore della Francia e della Jugoslavia, cedere alla Grecia il Dodecanneso e
             rinunciare a tutte le colonie, sia quelle fasciste che quelle prefasciste. Dovette
             inoltre pagare milioni di dollari, ricevuti in prestito dagli Stati Uniti, all’URSS,
             all’Albania, all’Etiopia, alla Grecia e alla Jugoslavia. La flotta navale fu quasi
             interamente consegnata ai vincitori. Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia rinuncia-
             rono a chiedere le riparazioni di guerra. Ad ogni modo, la perdita delle colonie non
             fu sentita come un grave danno, sia per lo scarso valore attribuito a quelle terre
             sia per il processo di decolonizzazione che presto si sviluppò in Asia e in Africa.
                La svolta che preannunciava per l’Italia un nuovo ruolo all’interno della “Guer-
             ra Fredda” e della contrapposizione tra i blocchi Est ed Ovest fu il superamento
             del trattato di Bruxelles, che nel 1948 aveva riunito alcuni Paesi vincitori della
             Seconda Guerra Mondiale. Esso quindi non comprendeva l’Italia, il che non ri-
             spondeva agli interessi degli tra Stati Uniti. Washington dunque vinse le ultime
             resistenze dei vincitori per coinvolgere l’italia come Paese fondatore di una nuova
             Alleanza atlantica, capace di avere capacità di reazione, e per coordinare, con la
   14   15   16   17   18   19   20   21   22   23   24