Page 20 - Atti 2012 - L'Italia 1945-1955. La Ricostruzione del Paese e le Forze Armate
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             NATO, le Forze Armate dei Paesi membri.
                La nuova prospettiva delle Forze Armate italiane, a cui è necessario guardare
             con attenzione dopo oltre cinquant’anni di storia, si svolge così dal principio degli
             anni Cinquanta del Novecento all’interno del Comando Integrato dell’Organiz-
             zazione del Trattato del Nord Atlantico, la NATO, che risulta essere il contesto
             garante sia per la loro ristrutturazione e modernizzazione sia per l’articolazione
             di una dottrina della sicurezza basata sulla collaborazione e sulla fiducia che le
             istituzioni euro-atlantiche avrebbero ispirato alle nuove generazioni della Repub-
             blica Italiana, ormai nell’ottica del “ripudio della guerra come strumento di ag-
             gressione”; una dottrina mirante a costruire un’Europa di pace, di progresso e di
             benessere.
                Intanto con il “piano marshall”, operativo sino al 1953, si era data una prima
             spinta alla ricostruzione del Paese. Nel giro di pochi anni l’italia divenne uno
             stato prevalentemente urbano e industriale sino a posizionarsi al settimo posto tra
             i paesi più industrializzati. Un rilevante progresso si ebbe nell’industria tessile,
             siderurgica, meccanica, chimica, petrolchimica e dell’edilizia. Diversi furono i
             fattori che determinarono un progressivo e costante sviluppo economico, come la
             favorevole congiuntura internazionale, caratterizzata da un incremento vertigino-
             so del commercio tra gli Stati; la fine del tradizionale protezionismo economico
             italiano; la disponibilità di nuove fonti di energia; la trasformazione dell’industria
             dell’acciaio. Lo sviluppo però non fu omogeneo: aggravò le differenze economi-
             che tra il Nord ed il Sud del Paese e favorì l’incremento del settore edilizio, con
             conseguente abbandono delle campagne.
                Il completamento della ricostruzione e il successivo “miracolo economico”
             ebbero come presupposto una legislatura, quella tra il 1948 e il 1953, di grande
             stabilità politica. I principi politici della nuova Carta Costituzionale, entrata in vi-
             gore il 1° gennaio 1948 vennero messi alla prova dalle elezioni del 18 aprile 1948.
             La situazione economica, con l’attuazione della “linea Einaudi”, nel frattempo
             andava migliorando: la diminuzione dell’inflazione, anche a prezzo di un aumento
             della disoccupazione, riportava lo sviluppo economico nell’alveo del tradizionale
             sistema capitalistico. L’appoggio della Confindustria, soddisfatta dall’allontana-
             mento dal governo di socialisti e comunisti, e l’arrivo di investimenti dall’estero,
             fece sì che la produzione del 1948 tornasse ai livelli del 1938.
                Le elezioni del 1948 videro il trionfo elettorale della Democrazia Cristiana,
             che rispetto alle elezioni del 1946 guadagnò cinque milioni di voti e ottenne più
             del 48% dei voti, mentre il “Fronte Democratico Popolare” (PCI e PSI uniti) arri-
             vò solo al 31%. La schiacciante vittoria della DC era dovuta ad una serie di cause:
             il colpo di stato comunista a Praga (febbraio 1948), che accrebbe la paura che i
             comunisti volessero fare altrettanto in Italia, e l’appoggio dato alla DC dal Vatica-
             no e dal clero, che definì il voto al partito cattolico come un dovere per i credenti.
             Nonostante la maggioranza conseguita, De Gasperi non volle fondare la sua poli-
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