Page 17 - Atti 2012 - L'Italia 1945-1955. La Ricostruzione del Paese e le Forze Armate
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             Intervento del Prorettore della Sapienza
             Università di Roma


             Prof. antonello BiaGini






                   el 1945, l’Italia è un Paese ferito, con una bassa produzione industriale e
             N un’alta inflazione, almeno fino al 1951. Alla distruzione fisica del Paese si
             accompagna il profondo disagio morale conseguente alla grave frattura che si è
             verificata nella società italiana con i lunghi anni di guerra sui vari fronti (dall’A-
             frica alla Russia), con le sconfitte, con la fine delle illusioni “popolari” sulle ca-
             pacità demiurgiche dell’Uomo della Provvidenza, con la divisione del Paese in
             Regno del Sud e Repubblica Sociale Italiana, con la pessima prova delle classi
             “dirigenti” (al Nord come al Sud), con i conflitti sul territorio nazionale (la guerra
             di liberazione contro i tedeschi ex alleati che fu anche una autentica guerra civile),
             le rappresaglie, i prigionieri, gli internati...
                il secondo dopoguerra si apre in uno scenario che è anche di frantumazione
             politica, determinato dalla pluralità e disomogeneità dei centri di potere: il Go-
             verno Militare Alleato, il Governo monarchico, le autorità militari di occupazione
             e quelle dei Comitati di Liberazione Nazionale erano in contrasto tra loro. La
             guerra partigiana al nord aveva alimentato le speranze rivoluzionarie di una parte
             del movimento di resistenza, che vide nel governo guidato da Ferruccio Parri
             (1945) un primo passo verso un rinnovamento delle istituzioni. La rinascita politi-
             ca, configuratasi attraverso “l’epurazione”, si spense presto per la forte opposizio-
             ne politica interna ed esterna. La complessa struttura amministrativa dello Stato,
             conservatrice per natura, deluse le aspettative rivoluzionarie.
                Dal punto di vista economico, enormi furono le difficoltà che l’Italia dovette
             affrontare. sebbene la struttura industriale del Paese non fosse stata gravemente
             danneggiata, anche per l’intervento di salvaguardia degli operai, esistevano grandi
             difficoltà nel rifornimento di materie prime e nella riconversione industriale alla
             produzione di pace. E tragiche erano le condizioni delle infrastrutture e del settore
             primario (non tanto per la produzione di grano, che nel 1945 era al 75% di quella
             di prima della guerra, quanto per quella dello zucchero e della carne, scesa al 10%
             e al 25% di quella anteguerra). Diverse furono le manifestazioni di malcontento
             della popolazione, come quella di Milano del 1945 contro il razionamento dei
             generi alimentari, che favoriva la “borsa nera”. La disoccupazione segnava indici
             sempre più alti e il costo della vita era aumentato di 20 volte rispetto al 1938.
                ma la guerra aveva provocato anche disastri morali. La lotta armata ai nazi-
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