Page 413 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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Terza fase battaglia di Romani
Dopo il fallito attacco ottomano su Romani, gran parte del Sinai era sotto
controllo britannico eccetto l’estremità orientale, al confine con la Palestina.
Le settimane successive alla battaglia servirono per rifocillare e far riposare
truppe, destrieri, cammelli, per riprendere i lavori di costruzione ferroviaria e
provvedere all’indispensabile prolungamento delle tubature idriche da Qantara
a Romani, dove erano appena giunte cinquemila tonnellate di tubi trasportate
da una nave americana. Il concetto principale di Murray continuava a essere
la difesa attiva ma questa volta a dover essere protetto non era più il canale,
già ampiamente al sicuro, bensì gli altri fronti: attaccare la Palestina avrebbe
costretto gli ottomani a un ingente sforzo bellico impedendo loro di inviare
divisioni in Mesopotamia, nell’Hegiaz o nei Balcani. Nell’arco di un anno, la
strategia era stata completamente ribaltata. Nel 1915 era necessario attaccare
Alessandretta per evitare che gli ottomani sfondassero a Suez, alla fine del 1916
era invece l’Egitto la principale linea offensiva orientale che avrebbe catalizzato
l’attenzione nemica alleggerendo in tal modo gli altri fronti. Il 12 novembre
1916, in un telegramma inviato al generale Robertson, Murray sintetizzava in
poche righe la sua idea:
«Ho intenzione di occupare al più presto El Arish e da qui difendere
l’Egitto e liberare il Sinai. Propongo anche di molestare il più
possibile i Turchi in Siria con le mie truppe. Spero in tal modo di

