Page 409 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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             puntando la destra britannica . Il piano era evidente e Murray aveva intenzione
             di  proteggersi  proprio  sul  fianco  destro  in  modo  da  rallentare  l’aggiramento
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             nemico e sferrare una controffensiva su quel settore .
                Durante la notte del 4 agosto, all’improvviso si scatenò un fuoco intenso su
             tutta la linea che portò gli ottomani a quaranta metri dalle difese australiane.
             L’artiglieria pesante ottomana batteva con violenza la linea centrale mentre la
             fanteria avanzava sul fianco destro nemico. Fu attaccato Monte Meredith, alle
             2,30 un primo attacco alla baionetta fu respinto ma l’insistente pressione sui
             fianchi rese insostenibile la difesa della posizione che fu abbandonata mezz’ora
             dopo.  Conquistata  la  vetta  della  collina  Meredith,  le  mitragliatrici  ottomane
             falciavano  la  linea  australiana  infliggendo  gravissime  perdite.  Le  prime  luci
             dell’alba svelarono i corpi dei numerosi caduti e la debole posizione australiana,
             pertanto alle 4,30 furono inviati alcuni reggimenti di rinforzo tuttavia l’avanzata
             nemica travolse sia la cima Wellington che monte Royston tra le 5 e le 6.30 del
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             mattino . Il movimento aggirante procedeva anche se rallentato dall’accanita
             resistenza  delle forze australiane  e neozelandesi. Alle 7, il  maggiore  Turner
             ordinò  allo  squadrone  D  degli  ussari  Gloucester  di  attaccare  la  fanteria
             nemica,  sorprendentemente  l’azione  riuscì  a  frenare  lo  slancio  ottomano
             interrompendo  la  manovra  avvolgente.  L’andamento  della  battaglia  potrebbe
             sembrare fallimentare per i difensori, in realtà si stava evolvendo in maniera
             sfavorevole per l’attaccante poiché l’effetto sorpresa dell’offensiva notturna era
             già terminato senza che la destra britannica fosse stata circondata e annientata.
             Il sorgere del sole aumentava rapidamente la temperatura e le scorte d’acqua
             ottomane iniziavano a scarseggiare. Lo slancio stava esaurendosi. Se la notte
             aveva arriso all’attacco, il giorno avrebbe consolidato la difesa. Alle 8, l’ardore
             turco si era spento e due ore dopo iniziava il contrattacco britannico sul fianco
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             sinistro condotto dalle divisioni montate australiana e neozelandese . L’avanzata
             era molto lenta, gli uomini erano equipaggiati pesantemente e già provati dai
             combattimenti notturni tuttavia riuscì a raggiungere Monte Royston alle 14 e
             dopo quattro ore di accanito scontro, a cui si aggiunse uno squadrone di ussari
             Gloucester e due compagnie Yeomanry di Worcester, gli ottomani si arresero. Si
             consegnarono cinquecento uomini, due mitragliatrici e una batteria someggiata.
             Contestualmente all’attacco del Monte Royston, la 156 brigata si mosse contro
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             la cima Wellington riuscendo a serrare la distanza con le unità ottomane che
             opponevano un nutrito fuoco di artiglieria. Alle 23 il generale Girdwood ordinò


             18  C. Falls, op. cit., pp. 185-202.
             19  A. Battglia, op. cit., 75
             20  E.G. Keogh, op. cit., p. 55.
             21  H.  Gullett,  The  Australian  Imperial  Force  in  Sinai  and Palestine,  1914-1918,  vol.  VII,
                Australian War Memorial Canberra, 1941, pp. 152-158.
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