Page 406 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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406 il 1916. EvoluzionE gEopolitica, tattica E tEcnica di un conflitto sEmprE più EstEso
quale il contingente nemico di duecento unità si era stanziato a Bir el Mageibra.
Dopo aver consultato il suo superiore, ottenne il permesso di fare un’incursione
contro l’accampamento. Le forze inglesi raggiunsero Megeibra all’alba del
23 aprile trovando l’accampamento sguarnito e lo distrussero. Il contingente
turco aveva lasciato la postazione per riunirsi al grosso delle forze che stava
per attaccare massicciamente Oghratina, dove le forze inglesi si erano attestate
da qualche giorno e non avevano ancora completato i lavori di trinceramento.
Quella mattina una fitta nebbia marina avvolgeva l’oasi e ostacolava la visuale
della guarnigione allertata per aver sentito il rumore delle pompe dei pozzi.
Il capitano Ward raggiunse la collina circostante scoprendo una sessantina di
turchi all’abbeveratoio, tornò indietro, raccolse quanti più uomini, sorprese alle
spalle la colonna nemica e si lanciò all’inseguimento fino a quando fu investito
da un fitto fuoco di fucileria. Non si trattava di un contingente isolato ma
dell’avanguardia di una forza molto più consistente. Ward ordinò di ripiegare
e rientrare a Oghratina. A metà pomeriggio l’accampamento inglese venne
investito da nord, da est e da sud-est da unità turche preponderanti sotto l’egida
del colonnello bavarese Kress von Kressenstein. I difensori non ebbero modo
di ritirarsi e dopo due ore di combattimento, alle 19,45 decisero di arrendersi.
Oghratina capitolava. Il contingente turco proseguì la sua avanzata su Qatiya. A
questo punto l’intento era chiaro: Kress von Kressenstein aveva saputo che gli
inglesi stavano lavorando alla costruzione della linea ferroviaria Qantara-Qatiya e
aveva l’intenzione di spingerli nuovamente a ovest. Il nucleo principale d’attacco
avanzava lungo la carovaniera da Bir el Abd. A Qatiya infuriò per parecchie
ore un violento combattimento. Il generale Wiggin decise di manovrare alle
spalle del nemico per rompere l’accerchiamento ma la sua avanzata fu fermata
dalle truppe di fiancheggiamento ottomane che riuscirono a ricacciarlo indietro.
Contemporaneamente, ma senza coordinamento reciproco, il tenente colonnello
Yorke uscì da Romani per intercettare una colonna turca di cinquecento uomini
diretta all’oasi di Dueidar, sentì le esplosioni nei dintorni di Qatiya e scoprì
che la posizione era sotto un violento attacco. Ordinò ai suoi uomini tentare
una manovra di aggiramento ma fu respinto alla stregua di Wiggin e ripiegò
su Romani. A seguito del fallimento dei due tentativi d’attacco e dopo tredici
ore di combattimento, l’avamposto di Qatiya cadde. Gli inglesi perdettero tre
squadroni e mezzo di Yeomanry e Kress von Kressenstein catturò un reggimento
di cavalleria e mezza compagnia del genio. Contestualmente ai combattimenti
di Qatiya, un altro contingente ottomano tentò di prendere la piccola oasi di
Dueidar ma fu respinto dai fucilieri scozzesi agli ordini del maggiore Thompson
che catturarono trentuno uomini tra ufficiali e soldati.
A fine giornata, le forze britanniche sfuggite all’accerchiamento raggiunsero
Romani, dove furono riordinate e aggregate al contingente locale. Il generale
Chauvel, comandante della divisione australiana e neozelandese montate, fu

