Page 403 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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di ottobre l’ordine fu momentaneamente sospeso. I dissidi tra il re di Grecia
Constantino I e il Primo ministro Venizelos si erano esasperati. Il sovrano era filo
austro-tedesco, mentre il premier era stato il principale fautore dell’accordo con
la Serbia. Lo “scisma greco” si consumò il 7 ottobre 1915 quando Venizelos si
dimise e salì al governo Zaimis in piena sintonia con le direttive regie. La Grecia
ritirava il suo appoggio all’Intesa e si svincolava da qualsiasi trattato precedente.
La mutata situazione lasciò perplessi per qualche giorno i comandi Alleati fino
a quando si decise di dover comunque intervenire per evitare l’accerchiamento
della Serbia e soprattutto il trionfo dell’Alleanza in area danubiano-balcanica.
Con o senza l’aiuto della Grecia, la campagna di Salonicco (detta anche di
Macedonia) doveva avere seguito. Il reggimento di Yeomanry partì e in pochi
giorni gli anglo-francesi sbarcarono due divisioni a Salonicco e Kavala.
L’apparato militare d’Egitto era forzato all’estremo. Il Paese fungeva da base
per tre operazioni: difesa del canale, attacco su Gallipoli, campagna di Salonicco
cui si aggiungevano delle puntate a ovest, contro Ahmed Sharif as-Senussi, il
senusso, alleato degli ottomani, che aveva proclamato il jihad oltrepassando
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il confine libico-egiziano . I porti di Alessandria e Porto Said erano messi
seriamente alla prova e nonostante la base avanzata di Lemno, il crescente
impegno di truppe aveva ridotto la disponibilità delle due basi. Il quartier generale
venne sovraccaricato dai servizi di imbarco su vasta scala, dal movimento di
grandi unità per ferrovia e da vari incarichi imprevisti. Il traffico non riguardava
soltanto le unità, le munizioni e il vettovagliamento ma anche il numero dei feriti
in costante aumento che richiedeva una continua riorganizzazione delle strutture
ospedaliere. Il governo egiziano mise a disposizione ospedali civili ed edifici
pubblici e requisì molti alberghi tra cui le lussuose residenze sulle sponde del Nilo.
Era indispensabile una riorganizzazione amministrativa, si decise di ampliare
la base di Alessandria ma soprattutto furono istituite la figura dell’intendente
generale e quella dell’aiutante generale, responsabile unico dell’organizzazione
della “macchina egiziana”. L’incarico fu assegnato al generale Ellison, in seguito
al generale Altham. La base del Levante divenne un grande deposito militare
sotto il controllo diretto del War Office, con facoltà di disporre di tutti i mezzi e
anche di prelevare uomini.
Nella seconda metà di agosto, la situazione a Gallipoli si complicò e il 21
agosto gli anglo-francesi tentarono l’ultimo vano assalto. L’eventuale evacuazione
di Gallipoli e la rinuncia definitiva alla campagna avrebbe svincolato da quel
settore una considerevole quantità di forze turche. La Serbia era collassata e per i
tedeschi sarebbe stato più facile rifornire gli alleati ottomani. Enver Pascià aveva
dichiarato che la precedente azione in Egitto era stata una semplice perlustrazione
e molti elementi facevano dedurre una futura operazione massiccia sul canale.
10 E. Evans-Pritchard, The Sanusi of Cyrenaica, Clarendon, Oxford, 1954, p. 124.

