Page 402 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
P. 402
402 il 1916. EvoluzionE gEopolitica, tattica E tEcnica di un conflitto sEmprE più EstEso
settantamila unità più trentaseimila cavalli e sedicimila muli. L’Egitto riforniva
anche il vettovagliamento e metteva a disposizione i suoi ospedali militari per
il ricovero dei novemila feriti dei Dardanelli. Le risorse idriche furono messe
a dura prova, grandi quantità di acqua venivano raccolte e sigillate in appositi
contenitori da inviare in prima linea. Dall’Australia intanto giunsero tre brigate
di fanteria e una di cavalleria leggera. In generale la quantità delle truppe in
Egitto aumentava, ma i soldati a disposizione di Maxwell diminuivano perché
messi a disposizione per la campagna dei Dardanelli.
La situazione si complicò ulteriormente quando fu richiesto l’invio dell’intera
A
divisione Yeomanry, composta dalla 2 Divisione montata, due reggimenti e
uno squadrone. Maxwell non nascose le sue riserve: la partenza di queste unità
avrebbe indebolito pericolosamente le difese egiziane. Gli idroplani erano stati
inviati a supporto del Corpo di Spedizione del Mediterraneo così come molte
unità navali e sguarnire ulteriormente la frontiera avrebbe esposto la regione a
enormi rischi. Lord Kitchener ribadiva che l’ardua spedizione di Gallipoli aveva
bisogno del massimo sforzo e che le truppe di rinforzo erano state inviate in
Egitto in via del tutto temporanea. In quel momento servivano più nei Dardanelli
che a Suez pertanto, nonostante le lagnanze di Maxwell, all’inizio di agosto la
Yeomanry al completo salpò verso nord-est mentre era in corso una serie di
offensive Alleate. Reparti britannici sbarcavano a Suvla (6 agosto) mentre altri
contingenti ingaggiavano la battaglia di pino solitario (fino al 10 agosto), del
vigneto di Krithia (fino al 13 agosto), di Çunukbahir (fino al 19 agosto) e di Sari
Bair (fino al 21 agosto). Gli ottomani, pur in grande difficoltà, resistevano.
A Suez la situazione rimaneva calma. Ci furono alcune puntate turche su
Shallufa, Ballah e Ferdan prontamente respinte a cui si aggiunsero alcuni
tentativi di sabotaggio, uno dei quali ben riuscito. Gallipoli era di fatto una difesa
attiva del canale. Impegnare quante più truppe possibili nel Corpo di Spedizione
del Mediterraneo avrebbe consolidato la posizione dell’Intesa non soltanto nei
Balcani ma anche nel Medio Oriente.
Alla fine di settembre, la Bulgaria decise di mobilitarsi con l’intenzione di
invadere la Serbia da est. L’esercito di Belgrado era già impegnato a contrastare
l’avanzata austro-tedesca da nord e, come da accordi, chiese alla Grecia di
intervenire in aiuto. Il governo di Atene, impossibilitato a fornire l’appoggio
promesso, si rivolse agli alleati chiedendo l’invio di centocinquantamila uomini.
Questo mutamento di equilibri nel teatro balcanico ebbe notevoli ripercussioni
sulla situazione militare egiziana poiché l’alto comando anglo-francese stabilì
che il grosso del contingente sarebbe stato costituito da unità del Corpo di
Spedizione del Mediterraneo che tuttavia doveva contemporaneamente assicurare
la continuazione dell’operazione su Gallipoli. Ciò equivaleva a intensificare
l’invio di truppe dalla base principale, l’Egitto. Fu ordinato a un reggimento di
A
Yeomanry e a complementi della 2 divisione di salpare per Mudros ma all’inizio

