Page 410 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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410           il 1916. EvoluzionE gEopolitica, tattica E tEcnica di un conflitto sEmprE più EstEso



             di sospendere l’attacco che sarebbe ripreso alle prime luci dell’alba. Gli ottomani
             erano riusciti a trincerarsi egregiamente ma erano isolati sulla sommità della
             collina privi di ulteriori rifornimenti di viveri, acqua e munizioni. Alle 4 del
             mattino  il  generale  Lawrence  ordinò  l’avanzata  generale  che,  a  differenza
             della giornata precedente, poteva contare su sedici mitragliatrici e un paio di
             cannoni  lewis. Gli ottomani  si arresero e ottocentosessantaquattro  uomini si
             consegnarono all’8° fucilieri scozzesi portando a millecinquecento il numero
             dei  prigionieri  in  poche  ore.  Dopo la  riconquista  della  postazione,  alle  6,30
             Lawrence ordinò l’inseguimento del nemico allo scopo di annientarne le forze
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             che ripiegavano su Qatiya .
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                Alle 13, i comandanti delle brigate neozelandese, 1 e 2 leggera e 5  montata
             esaminarono la posizione nemica dalla cresta di una vasta duna e stabilirono
             che tre brigate australiane avanzassero a cavallo su Qatiya attaccando sul fianco
             destro gli avversari. Le truppe eseguirono gli ordini, giunsero in posizione alle
             15.30 e iniziarono la carica fino a quando, in prossimità dell’oasi, s’imbatterono
             nel terreno paludoso che ostacolava  il galoppo. I soldati furono costretti  a
             smontare e proseguirono a piedi l’avanzata investiti da un poderoso fuoco di
             sbarramento che impedì ulteriori progressi fino al tramonto. Le brigate australiane
             erano provate da ore di combattimento, i cavalli non erano stati abbeverati per
             sessanta ore e vista la forte posizione ottomana, il generale Chauvel ordinò il
             ripiegamento  su  Romani.  Sfiancati  e  mesti,  i  reparti  di  cavalleria  tornavano
             alla base mentre Kress von Kressenstein approfittava della tregua per ordinare
             il repentino ritiro su Oghratina. Il generale tedesco aveva fallito il tentativo di
             sfondamento ed era stato costretto a una ritirata che gli era costata la perdita
             di quattromila uomini ma in compenso era riuscito a preservare l’artiglieria, a
             eccezione di una batteria, difendere il ripiegamento su Qatiya e portarsi sulla
             difensiva  a  Oghratina.  Il  6  agosto,  il  generale  Lawrence  pianificò  un  nuovo
             attacco  per  stanare  definitivamente  le  forze  nemiche  in  ritirata,  le  truppe
             s’incamminarono ma non riuscirono a raggiungere Oghratina prima del sorgere
             del  sole.  In  piena  mattinata  sostennero  un  conflitto  a  fuoco  con  le  posizioni
             difensive  ottomane  ben  schierate  fino  a  quando  iniziarono  a  palesare  i  primi
             segni di stanchezza. Molti uomini erano preda di delirio e svenimento a causa
             di insolazione e disidratazione, i servizi sanitari si prodigarono ma gli sforzi
             non furono sufficienti. Ostinarsi ad attaccare le posizioni ottomane rischiando
             l’ecatombe del proprio contingente era un’operazione scellerata perché era ormai
             evidente l’esaurimento delle forze e controproducente il loro impiego. L’attacco
             fu sospeso ma la posizione mantenuta durante la notte. Alle prime luci dell’alba
             del 7 agosto si scoprì che i turchi avevano abbandonato Oghratina ritirandosi su
             Bir el Abd. I neozelandesi, tra molte difficoltà, riuscivano ad avanzare lentamente


             22  P. Dennis et alii, The Oxford Companion to Australian Military History, Oxford University
                Press, Melbourne, 2008, p. 128.
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