Page 414 - Il 1916 Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso - Atti 6-7 dicembre 2016
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414 il 1916. EvoluzionE gEopolitica, tattica E tEcnica di un conflitto sEmprE più EstEso
attirare su di me forze turche che altrimenti verrebbero adoperate
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contro lo Sceriffo, i Russi o in Mesopotamia» .
Il governo britannico era generalmente restio ad avallare operazioni militari
che distogliessero importanti risorse dal fronte principale, quello europeo in
Francia e in Belgio ma Lloyd George attribuiva grande importanza all’effetto
prodotto dalla perdita ottomana di Gerusalemme. Questa riflessione evocava
lo spirito crociato ridestando le aspirazioni cristiane di riconquista della città
santa. Robertson ragguagliava Murray assicurando l’appoggio necessario, il
comandante dell’Egyptian Expeditionary Force richiedeva due divisioni, Londra
rispondeva di non avere a disposizione immediata quanto chiesto ma assicurava
che le truppe sarebbero arrivate al più presto. Murray promise di iniziare intanto
l’operazione d’attacco su El Arish, difesa – secondo i rapporti delle ricognizioni
aeree – da milleseicento uomini. Il 20 dicembre, l’Anzac e una brigata
cammellieri imperiali ricevettero l’ordine di avanzare sul villaggio portuale
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che alle prime luci di giorno 21 si scoprì essere stato evacuato dal nemico .
Kress von Kressenstein giudicava la posizione molto debole perché esposta da
nord a bombardamenti marittimi e facilmente accerchiabile. El Arish fu dunque
occupata dai britannici e il generale Chetwode, appena giunto in piroscafo,
ordinò di organizzare l’inseguimento del nemico. Nei giorni successivi, i turchi
abbandonarono Bir El Maghara, Neihl e Bir el Hassana, ultimi baluardi nella
penisola. Per la prima volta dallo scoppio delle ostilità, gli inglesi assumevano il
controllo del Sinai obbligando le forze nemiche alla difensiva in Palestina.
La campagna del Sinai aveva avuto un’importanza strategia notevole. Per
i turco-tedeschi lo sfondamento del canale di Suez avrebbe bloccato la via
delle Indie britannica e avrebbe impedito l’approvvigionamento delle truppe
dell’Oceania e dell’India sul fronte occidentale fiaccando la resistenza franco-
britannica. I due tentativi falliti avevano dimostrato l’impossibilità di ottenere
importanti successi senza truppe montate e senza un’adeguata pianificazione
imprescindibile dalla costruzione di nuove arterie e reti di rifornimento idrico.
Il fallimento turco-tedesco dell’offensiva sul Canale permise ai britannici di
abbandonare il concetto di difesa passiva e lanciarsi nella controffensiva. Alla
fine del 1916 la situazione era ben diversa rispetto a quella dell’inizio del 1915.
Kress von Kressenstein era riusciuto a evitare la rotta ritirandosi con ordine ma
aveva dovuto abbandonare l’intera penisola del Sinai trincerandosi nella linea
difensiva della Terra Santa, Gaza-Beersheva, lasciando l’iniziativa alle forze
24 SME, op. cit., p. 358.
25 C. Pugsley, The Anzac Experience: New Zealand, Australia and Empire in the First World War, Reed
Books, Auckland, 2004, pp. 50-55. Si veda anche J. Bou, Light Horse: A History of Australia’s
Mounted Arm. Australian Army History, Cambridge University Press, Port Melbourne, 2009.

