Page 137 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             i provvedimenti presi sotto l’assillo dell’ansia e del timore, che si riveleranno
             in alcuni casi anche controproducenti, come il cambio dei limiti di settore tra
             il IV ed il XXVII Corpo d’Armata, che tolsero unitarietà di difesa nel fondo
             valle dell’Isonzo. La sera del 22 ottobre, infatti, il comandante interinale della
             2ª Armata, il gen. Montuori, che aveva temporaneamente sostituito Capello, am-
             malatosi proprio alla vigilia dell’attacco nemico, aveva ordinato, infatti, il rima-
             neggiamento del settore di responsabilità tra i due Corpi d’Armata all’altezza di
             Volzana, passando la Brigata “Napoli” alle dipendenze del gen. Badoglio. Il 24 la
             12ª Divisione slesiana approfittò del rischieramento in atto delle truppe italiane
             per superare con facilità le prime linee nemiche, tenute da un solo battaglione, e
             puntare sulla conca di Caporetto.
                Anche in fase di condotta l’azione dei comandi italiani lasciò molto a deside-
             rare, soprattutto nella direzione del fuoco di artiglieria, che risultò di scarsa ef-
             ficacia, quando non assente del tutto, mentre si abbandonarono o si difesero con
             scarse truppe posizioni difensive di importanza fondamentale. Nonostante gli
             ordini del Comando Supremo di iniziare il fuoco di contropreparazione al primo
             accenno della preparazione d’artiglieria nemica, alcuni comandi come quello del
             XXVII Corpo d’armata del Gen. Pietro Badoglio ordinarono alle proprie batterie
             di non agire d’iniziativa ma di aspettare l’ordine d’intervento del comando, che
             però non giunse mai a causa dell’interruzione dei collegamenti a filo fin dai primi
             momenti del bombardamento nemico.
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