Page 248 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             secondo gli ordini dei comandi superiori. A Gravelotte-St. Privat, il 18 agosto del
             1870, la Guardia prussiana perse inutilmente 6.000 uomini in un solo pomeriggio,
             falciati dal tiro degli Chassepot francesi a retrocarica. Un chiaro avvertimento,
             che non venne preso abbastanza sul serio dai generali europei delle generazioni
             successive. Nonostante si moltiplicassero le testimonianze sull’efficacia dei nuovi
             fucili, ai quali ben presto si sarebbero aggiunte le mitragliatrici, all’inizio del XX
             secolo la fanteria era ancora addestrata ad entrare in combattimento utilizzando
             formazioni troppo dense e vulnerabili. Gli effetti non si fecero attendere: le grandi
             battaglie del 1914, sia sul fronte orientale che su quello occidentale, falciarono
             gli eserciti europei scesi in campo con spirito napoleonico, coltivando l’illusione
             di una guerra breve, fatta di ampie manovre e assalti travolgenti. Prima della fine
             dell’anno erano stati uccisi o feriti più di un milione di uomini; i sopravvissuti,
             preparandosi a prove ancora più dure, iniziarono a scavare un sistema di trincee
             esteso dal confine svizzero al mare del Nord: una duplice, gigantesca fortezza,
             difesa da reticolati e nidi di mitragliatrice, che trasformò le operazioni belliche
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             in una sorta di reciproco assedio  .
             2.
                Era necessario trovare una soluzione. Nessuna fortezza è imprendibile: la
             lunga storia delle guerre europee lo dimostrava. Certamente non ci si poteva
             limitare  a mandare  all’assalto  più  uomini,  preceduti  da un bombardamento
             d’artiglieria più violento e prolungato: non era semplicemente un problema di
             quantità, ma di qualità dell’assalto che si sperava riuscisse a superare le difese
             nemiche.

                   All’inizio della guerra i Pionieren (genieri) giocarono un ruolo importante,
                visto che il loro addestramento in tempo di pace era stato eminentemente
                tecnico. Furono loro, dunque, i primi ad avere a che fare con mine e bombe
                a mano, e dai loro piccoli distaccamenti d’assalto mandati avanti ad aprire la
                strada alle ondate di fanteria si sono poi sviluppate le Sturmtruppen – quel
                pugno di uomini risoluti che combattono come una macchina, ognuno con un
                proprio compito specifico, ma con il comune obiettivo di aprire un varco per
                le truppe che li seguono.  5


             4  I dati per giungere a una stima esatta delle perdite tedesche durante la Grande Guerra
                sono notoriamente inaffidabili. In ogni caso, soltanto durante la cosiddetta «battaglia delle
                frontiere», tra la metà di agosto e la metà di settembre del 1914, nell’esercito germanico
                si contarono circa 250.000 tra morti, feriti e dispersi; le forze alleate francesi, britanniche
                e belghe, nello stesso periodo, subirono perdite certamente superiori.
             5  Jünger Ernst, In Stahlgewittern. Aus dem Tagebuch eines Stosstruppführers, Leisnig, Me-
                ier, 1920, ecc.; traduzione italiana: Tempeste d’acciaio, Studio tesi, Pordenone, 1990, p.
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