Page 253 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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III SeSSIone - La condotta deLLa guerra: daLLa tradIzIone aLL’InnovazIone  253



                col tempo, questa funzione [di creare un varco nel fronte nemico] è passata
                dai Pionieren alla fanteria, le cui funzioni base di fuoco e movimento vennero
                quindi portate a un livello di sviluppo che nessuno avrebbe potuto prevedere.
                E questa è un’altra  prova dell’ampliarsi  del campo  della  responsabilità
                individuale.  12

                Anche in questo caso, Ernst Jünger coglie un elemento essenziale: con le
             nuove tattiche era nato un nuovo tipo di soldato. Non più l’uomo-massa, la cui
             individualità scompariva nel titanico orizzonte della Materialschlacht,  ma un
             combattente dotato di spirito di iniziativa, alla cui capacità di giudizio venivano
             delegate scelte importanti. L’assaltatore – l’«ardito» in Italia, dal 1917 – opera
             in un gruppo ristretto, ma deve anche essere pronto, mentalmente e fisicamente,
             a tener duro e continuare ad agire in solitudine, senza ordini diretti da parte
             dei suoi superiori, finché la situazione non consenta a reparti più numerosi (e
             «convenzionali») di raggiungerlo e sostenerlo. Nelle battaglie dell’ultimo anno
             della Grande Guerra nasce il combattente moderno.



             4.
                Le tattiche delle Stosstruppen vengono solitamente definite di infiltrazione,
             anche  se  questo  termine  non  compare  mai  nei  testi  ufficiali  tedeschi,  che
                                                                                  13
             – come si è detto – enfatizzano invece il coordinamento tra le varie armi  .
             Questo non significa, ovviamente, che l’infiltrazione non fosse il normale, direi
             quasi inevitabile  modus  operandi delle truppe d’assalto, diretta conseguenza
             dell’impiego  di nuove formazioni  e nuovi principi  tattici:  piccoli  gruppi
             autonomi, addestrati a non pensare a quel che accade alla loro destra e alla
             loro sinistra, ma a penetrare in profondità oltre la linea del fronte, per creare
             scompiglio nelle retrovie nemiche.
                Posso  dunque concludere  queste brevi e incomplete  note con una
             considerazione  che va oltre il problema della nascita e dello sviluppo delle
             Stosstruppen germaniche. Il principio-guida del loro impiego tattico non è quello
             di attaccare i capisaldi nemici, ma di evitarli; per ripristinare in qualche misura il
             predominio del movimento sulla potenza di fuoco è necessario «evitare i pieni,
             attaccare i vuoti»; sfruttare i punti deboli del nemico, nella speranza – quasi nella
             certezza – che persino un cedimento limitato, se lo si saprà sfruttare a dovere in
             profondità, avrà un effetto progressivo ma inarrestabile sull’intero dispositivo
             difensivo nemico.




             12  Jünger, In Stahlgewittern, cit., trad. italiana p. 211.
             13  Cfr. Drury, Sturmtruppen, cit., p. 113.
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