Page 257 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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III SeSSIone - La condotta deLLa guerra: daLLa tradIzIone aLL’InnovazIone  257



             verno e le strutture dello stato
             si dimostrarono impreparate
             ad affrontare la propaganda di
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             guerra.  All’inizio del conflitto
             non esistevano infatti  in Ita-
             lia appositi organismi politici
             o  militari  che  si  occupassero
             della  questione.  Soltanto  il
             Comando Supremo, attraverso
             uffici preposti ad altre funzioni
             (come  ad esempio il  Reparto
             Operazioni  e  l’Ufficio  Infor-
             mazione) aveva avviato azioni
             per sostenere  il  morale  del-
             le truppe e controbattere  alla
             propaganda nemica che si era
             manifestata con il lancio di vo-
             lantini già nel giugno del 1915.
             Tuttavia il risultato non fu in-
             cisivo a causa delle  «scarse
             conoscenze  in materia,  l’am-
             biente in cui venivano prese le
             decisioni, la mancanza di ogni                 Figura 2
             indirizzo politico, l’inesistenza di appositi apparati propagandistici, la scarsa di-
             sponibilità di mezzi finanziari». 7
                Tutta la cartellonistica e più in generale l’iconografia di guerra dei paesi coin-
             volti nel conflitto ha un  comune codice figurativo che rivela come gli artisti
             del tempo fossero partecipi di una koiné linguistica condivisa. Scambi culturali,
             contaminazioni artistiche, partecipazione a comuni esperienze lavorative, con-
             divisione di spazi espositivi erano avvenuti negli anni precedenti al conflitto. A
             ciò va aggiunta l’importanza di luoghi di aggregazione e sperimentazione delle



                genze promozionali delle industrie di largo consumo o dei grandi magazzini si affidavano alle
                Officine grafiche Ricordi di Milano o Richter di Napoli. Allo stesso tempo la grafica pubblici-
                taria, strettamente legata alla cultura liberty nata alla fine dell’Ottocento, coniugava in modo
                originale figurazioni simboliche all’impostazione visiva del messaggio da divulgare.
             6  Dario Cimorelli e Anna Villari, Persuadere! Guerra, comunicazione e consenso attraverso i
                manifesti dei Prestiti nazionali, in La Grande guerra: società, propaganda, consenso, a cura
                di Dario Cimorelli e Anna Villari, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, [Torino], Intesa San-
                paolo, 2015, p. 37.
             7  Nicola Della Volpe, Esercito e propaganda nella Grande guerra 1915-1918, Roma, Ufficio
                storico SME, 1989, p. 21.
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