Page 255 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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III SeSSIone - La condotta deLLa guerra: daLLa tradIzIone aLL’InnovazIone 255
Un’arma per la vittoria:
Comunicazione e propaganda nelle immagini
Dott.ssa Maria Pia CRiteLLi*
gni società umana ha trasformato, serven-
O dosi dei diversi strumenti a disposizione,
la storia in immagini e anche la guerra del pro-
prio tempo utilizzando stereotipi, forme simbo-
liche, convenzioni figurative e narrative. Ha im-
maginato, ricostruito, fissato battaglie, scontri,
episodi, rivolte. A volte li ha idealizzati insieme
ai personaggi coinvolti, a volte ha selezionato
quelli che meglio rispondevano a temi e bisogni
legati all’attualità o alla necessità di servirsene
politicamente.
1
Di fronte allo smisurato numero di documenti iconografici della Grande
guerra ci si interroga su quali fossero i codici figurativi legati alle immagini da
impiegare per la conquista e la manipolazione del consenso, come avvenisse la
comunicazione degli avvenimenti, con quali forme di propaganda visiva si cer-
2
casse il coinvolgimento della collettività a forme di supporto per quella che era
una “guerra totale”. 3
* Responsabile del settore iconografico della Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea
1 Numerose raccolte documentarie, conservate in diverse biblioteche e istituti, sono oggi par-
zialmente confluite nella banca-dati www.14-18.it, e quindi messe a disposizione per la con-
sultazione da parte di un’utenza in continua crescita.
2 In Italia, sin dal primo anno di guerra la Presidenza del Comitato nazionale per la storia del
Risorgimento aveva avviato un’intensa campagna volta alla raccolta di testimonianze e docu-
menti relativi alla guerra operando in Italia attraverso un’ampia rete di corrispondenti locali,
anche in zona di guerra, e all’estero, grazie alla rete dei comitati della Croce rossa, delle
rappresentanze diplomatiche e delle associazioni nazionali, fra tutte la «Dante Alighieri» e la
«Lega navale». Si deve all’azione di strutture diffuse e operanti sul territorio l’acquisizione di
un considerevolissimo materiale bibliografico e documentario, quanto mai variegato ed etero-
geneo. Un materiale “minore” non destinato alla commercializzazione o a un’ampia diffusione
e, spesso, per la sua natura “effimera” non destinato neppure alla conservazione.
3 Il conflitto, come ha sottolineato Andrea Fava, non si arrestava ai campi di battaglia, non si
limitava a coinvolgere alcune fasce di popolazione o specifiche funzioni della vita pubblica.
La «mobilitazione di massa attraversò anche la società civile, invase tutti i settori e le relazioni
della vita quotidiana, individuale e collettiva, obbligandola a confrontarsi con regole, abitudi-