Page 283 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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III SeSSIone - La condotta deLLa guerra: daLLa tradIzIone aLL’InnovazIone 283
mese prima. All’estremità opposta l’azione doveva ridare profondità all’occu-
pazione del Pasubio, impadronendosi del suo Dente settentrionale (ormai Dente
austriaco) e puntando alla riconquista del Col Santo: sarebbe stato così possibile
tornare a minacciare direttamente Rovereto, vanificando i progressi avversari in
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Vallarsa . Se gli austriaci si fossero ostinati a restare all’interno dell’enorme “cul
de sac” che sarebbe venuto a formarsi, non avrebbero fatto altro che consegnare
agli italiani, quasi senza colpo ferire, la forza di due interi Corpi d’Armata. Natu-
ralmente era decisamente troppo pensare che l’Arciduca Eugenio, ed ancor più il
suo capo di S.M. Gen. Alfred Krauss, non avessero messo in conto tale eventua-
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lità . Prima ancora che l’azione italiana, sempre troppo affrettata ed improvvisata
soprattutto per quanto concerneva lo schieramento delle artiglierie ancora “in
crisi” di posizionamento, avesse potuto svilupparsi, gli austro-ungarici operaro-
no un magistrale “sbalzo all’indietro”, su una linea scelta con cura e rapidamente
allestita. Sull’Altipiano dei Sette Comuni questa manovra si estrinsecò in un
ripiegamento che, lasciando la forra dell’Assa tra sé e gli italiani, faceva perno
3 A proposito di questa seconda azione si rimanda a Paolo Pozzato, Ruggero Dal Molin, Paolo
Volpato, La battaglia per il Pasubio. Kaiserjäger, alpini e artiglieri sul pilastro difensivo delle
Prealpi vicentine, Itinera progetti, Bassano 2010², pp. 11-43.
4 Si veda di quest’ultimo Alfred Krauss, Le cause della nostra disfatta, a cura di Paolo Pozzato,
Enrico Pino, Itinera progetti, Bassano 2014, pp. 163-165.