Page 347 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             I fronti mediorientale e anatolico-caucasico



             Prof. Fabio GRASSi *



                  e vicende belliche  sul fronte medio-
             L rientale furono nel 1917 molto lineari.
             Le forze alleate, appartenenti in larghissima
             parte  all’Impero  Britannico,  erano  molto
             superiori per uomini e mezzi e, soprattutto
             sul versante palestinese, si giovarono anche
             dell’azione di disturbo della rivolta araba,
             scoppiata nel 1916 e coordinata dal famoso
                                   1
             “Lawrence D’Arabia” . Ad al-Baṣra (Bàs-
             sora) il generale Stanley Frederick Maude,
             reduce da Gallipoli,  aveva lavorato  bene,
             trasformando l’antico porto in una base efficiente. Anche all’altro capo
             del sistema bellico britannico, in Egitto, il nuovo comandante, generale
             Archibald Murray, aveva visto potenziate le sue forze, cosicché poté indi-
             rizzare l’Egyptian Expeditionary Force alla conquista della Palestina, con
             l’ausilio della eastern Force comandata dal generale Charles Macpherson


             *  Ricercatore di Storia dell’Europa Orientale presso l’Università “La Sapienza” di Roma
             1  In questo contributo, come in quello sul 1916 (Fabio L. Grassi, La Situazione nel Medio Orien-
                te, in Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Difesa, L’Italia e la Grande Guerra. 1916.
                Evoluzione geopolitica, tattica e tecnica di un conflitto sempre più esteso, Roma, Stato Mag-
                giore della Difesa, 2017, pp. 47-63), per nomi e toponimi arabi usiamo la traslitterazione
                scientifica. Per nomi turchi di origine araba si segue la forma turca. Più esattamente, usiamo
                le forme vigenti in Turchia dopo l’adozione (1928) di un alfabeto in caratteri latini, tranne
                che per parole per le quali c’è una radicata trascrizione italiana. E’ da segnalare che in detto
                alfabeto il segno c indica la nostra g palatale: non è sorprendente che in molti testi occidentali,
                dove oggi si scrive Cemal,  si trovino forme come Djemal o Jemal o Gemal. La â, breve o
                lunga, segnala una pronuncia fortemente palatale della l precedente. La maiuscola della i ri-
                chiede la forma İ: la I infatti è la maiuscola della ı, che segnala un suono di i molto chiuso. In
                ragione dell’effettiva pronuncia turca, dopo l’adozione dell’alfabeto in caratteri latini furono
                spesso preferite le trascrizioni Ahmet e Mehmet, ma ultimamente va prevalendo il rispetto
                della forma araba. Quanto ai titoli, il grado di generale dava automaticamente diritto al titolo di
                pascià (posposto, come sempre in turco) ma poteva essere conferito anche a civili di altissimo
                grado o di altissimi meriti. Bey valeva per livelli inferiori e oggi corrisponde al nostro generico
                “signore”. Da ultimo, preferiamo come si vede parlare di un fronte mediorientale diviso in due
                versanti interrelati (soprattutto dal punto di vista turco-tedesco), quello mesopotamico e quello
                palestinese; ma è del tutto accettabile parlarne come di due fronti distinti.
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