Page 35 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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I SeSSIone - SocIetà e guerra. Le crISI deL 1917 35
Il 1917 nei filmati d’epoca
Dott. Clemente VoLPini *
artiamo dall’inizio, dal titolo: Il 1917.
P L’anno della svolta. Un titolo eloquente
capace di tenere insieme le grandi trasfor-
mazioni che segnarono quel fatidico anno.
L’anno della rivoluzione russa, dell’entrata
nel conflitto degli Stati Uniti, del dramma di
Caporetto. Se nel 1914, quando scoppia la
guerra - la GRANDE GUERRA! - non tut-
ti comprendono immediatamente la portata
dell’evento bellico, che sarà appunto così
grande, che sarà mondiale, che risucchierà
intere generazioni e la vita di milioni di uomini; nel 1917, dopo anni di
trincea, fango e sangue, tutti oramai hanno compreso il vero volto del
conflitto. Ecco perché il 1917, l’anno della svolta, è anche e soprattutto
un anno di crisi. È la crisi della Russia zarista, della Germania e dell’Au-
stria strangolate dal blocco navale, dell’esercito francese alle prese con
gli ammutinamenti di decine di reggimenti, del fronte italiano dopo la do-
dicesima battaglia dell’Isonzo. Crisi diverse, con sviluppi e conseguenze
diverse, ma accomunate da un fattore: la stanchezza degli stati belligeran-
ti. È una stanchezza che riaffiora nelle lettere dei soldati. Solo per l’Italia,
tra il 1915 e il 1918, furono scritte e inviate quasi 4 miliardi di lettere. Più
di 2 miliardi partirono dalle trincee per raggiungere il fronte interno; un
fronte distante, lontano dagli assalti e dai bombardamenti, ma coinvolto
pienamente nello sforzo bellico. A quel mondo lontano si rivolgevano
con il pensiero e la penna migliaia di combattenti. Per quel mondo, forse
perduto, molti impararono a scrivere, perché scrivere significava rianno-
dare i fili di una vita spezzata, significava ricongiungersi anche solo per
un attimo al rassicurante ambiente familiare, significava fuggire dall’or-
rore della guerra. Perché scrivere significava esserci ed esistere quando
l’esistenza stessa era quotidianamente messa in pericolo. Come il cibo
e l’equipaggiamento, come il pastrano e la gavetta scrivere divenne un
“bisogno primario”. Per questo, quando mancava la carta, i soldati parla-
vano talvolta di “carestia”. A questo tema è dedicato un webdoc, intitolato
* Consulente, autore, regista per RAI STORIA