Page 31 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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I SeSSIone - SocIetà e guerra. Le crISI deL 1917 31
in primis il socialista riformista Leonida Bissolati, ministro nei governi Boselli
e Orlando, che avrebbe voluto Comandante Supremo il massone Generale Luigi
Capello, come risulta da diverse fonti e come Gallarati Scotti stesso riferì alla
Commissione d’inchiesta su Caporetto. Bissolati era poi in sintonia con il Re
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Vittorio Emanuele III: «Verso il cattolicesimo – scrive Gallarati Scotti – una
pari ostilità risaliva dal fondo del vecchio anticlericalismo e della recente forma-
zione positivistica, scientista e atea, dell’ultimo quarto del secolo decimonono».
Un giornalista attribuisce a Gallarati Scotti l’opinione che «Vittorio Emanuele
III […] aveva da tempo una gran voglia di congedare Cadorna, e Caporetto, for-
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se, gli fece buon gioco» .
Il Duca ricorda che alla pubblicazione della nota di pace del 1° agosto «Ca-
dorna, colpito di sorpresa nella situazione difficilissima di quel momento, taceva
e soffriva, quasi ruggente» . Nel dopoguerra lo stesso Cadorna dichiarò a Mons.
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Bonaventura Cerretti, Segretario della Congregazione degli Affari Ecclesiastici
Straordinari: «Ella sa bene […] che se vi è una istituzione che ha nemici impla-
cabili, essa è il Papato […] Dire però che la Nota pontificia sia stata la causa
determinante del disastro [di Caporetto] è una assurdità» .
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ROSSINI, op. cit., p. 512. Su tale relazione (o meglio sulla sintesi di essa) Raffaele Cadorna,
figlio di Luigi e Capo di Stato Maggiore dell’Esercito dal 1945 al 1947, gli espresse il suo
apprezzamento: «Caro Tommasino, Leggo sul “Corriere” di oggi un breve sunto sul tuo inter-
vento al Convegno di Spoleto. Ti ringrazio per avere lumeggiato in maniera inequivocabile la
posizione del liberale (autoritario!)-credente che fu mio Padre e la larga ospitalità del C. S. al
contrasto delle idee» (10 settembre 1962, archivio Gallarati Scotti, Biblioteca Ambrosiana,
Milano (AGS), serie terza, cart. 3).
30 Idee e orientamenti politici …, cit., pp. 512-13.
31 VERCESI P. L., L’Italia in prima pagina: i giornalisti che hanno fatto la storia, Brioschi,
Milano, 2008, p. 143. Nella deposizione del Duca alla Commissione d’inchiesta su Capo-
retto si legge: Bissolati «inoltre subiva un’altra influenza molto alta: quella di S. Maestà,
che non ha mai voluto sentir parlare nè (sic) di disfattismo, nè di nulla che si riferisse
al movimento di cedimento morale nell’Esercito. Le lettere del Generale Cadorna non
piacevano affatto a S. Maestà; l’On. Bissolati era ospite e confidente del Re e non sapeva
certo resistere alla impressione che S. M. aveva in proposito. Questo io lo so perché una
mattina S. E. Bissolati parlò riferendomi le parole di S. M. contro le lettere del Generale
Cadorna, e manifestandomi la sua stessa avversione per tali lettere, che parlando col Ge-
nerale aveva invece avuto sempre l’aria di approvare» (Deposizione del tenente Tommaso
Gallarati-Scotti. Seduta antimeridiana del 9 settembre 1918, Archivio Storico dello Stato
Maggiore della Difesa. fasc. 430, cc. 61 1918 sett. 9-ottobre 29, fasc. 2, 2a bozza [timbra-
ta dalla Commissione, corretta e firmata dall’interessato] del verbale di deposizione). Nel
gennaio-febbraio 1916 però Vittorio Emanuele III aveva respinto la proposta del governo
Salandra di sostituire Cadorna con il Tenente Generale Mario Nicolis di Robilant, coman-
a
dante della 4 armata.
32 GALLARATI SCOTTI, Idee e orientamenti politici …, cit., p. 514.
33 PAOLINI, op. cit., p. 252.