Page 34 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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34 il 1917. l’anno della svolta
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venne a Parigi . Il 10 dicembre 1917 dalla cattedra della Madeleine il famoso
predicatore domenicano Antonin Dalmace Sertillanges, presente il Cardinale ar-
civescovo di Parigi Amette, a proposito della Nota esclamò: «Très Saint Père,
nous ne pouvons pas pour l’instant retenir vos appels à la paix», duramente
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rimproverato per questo dal Segretario di Stato Gasparri . I cattolici britannici
accolsero le iniziative del Papa, soprattutto la Nota dell’agosto 1917, con un
certo maggiore rispetto a paragone di quelli di altri Paesi, ma con lo stesso netto
rifiuto. Dopo secoli nei quali erano stati accusati di avere una double allegiance,
al loro sovrano e al Papa, subendo per questo la pena capitale, ora non voleva-
no suscitare sospetti di freddo patriottismo. Solo i cattolici irlandesi, e quelli
italiani, soprattutto però nella fase della neutralità di Roma, furono disposti ad
appoggiare gli sforzi di pace del Papa. Negli altri Paesi il mondo cattolico, gerar-
chia, clero e fedeli, antepose il patriottismo alle istanze di pace della Santa Sede.
La Nota, che causò al Papa «un’ora, forse la più amara di nostra vita» , segnò
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comunque l’inizio di una nuova fase della diplomazia pontificia e dello sviluppo
dell’azione pacificatrice della Chiesa.
41 Quando la revue de Paris, nei numeri del 15 ottobre e 1° novembre 1918, pubblicò degli arti-
coli su La politique de Benoit XV, opera di un segretario dell’ambasciata di Francia a Roma, il
Cardinale Gasparri li definì «diatriba velenosa contro la Santa Sede e travisamento completo
dell’azione da essa svolta durante la guerra» e replicò personalmente su le Correspondant,
facendo firmare l’articolo al Padre Henry Le Floch, Superiore del Seminario Francese a Roma,
(Il cardinale Gasparri e la questione romana, op. cit., pp. 163-65).
42 Il 23 dicembre Gasparri scrisse a Padre Baudrillart, Rettore dell’institut Catholique presso il
quale insegnava Sertillanges e futuro Cardinale, denunciando «che simili discorsi convengo-
no ad un comizio, ma non alla chiesa» e definendo il fatto «un vero e grosso scandalo» (cfr.
PAOLINI, op. cit., p. 287). Evidentemente il Padre Sertillanges, difeso dal Cardinale Amette,
non si pentì, poiché pubblicò il discorso (SERTILLANGES A. D., La Paix française, Bloud
et Gay, Paris-Barcelone [1918]); rimase per il momento al suo posto, ma fu poi allontanato a
lungo dalla Francia. A sua volta Baudrillart, a proposito della Nota annotò nel diario che «ciò
che soprattutto colpisce […] è che il papa non si sia collocato da un punto di vista morale. È
sempre il segretario d’ambasciata che parla» e alla morte di Benedetto XV, rivendicando il
proprio ruolo patriottico, ne traccerà un ritratto in chiaroscuro: «Durante la guerra, fu prudente
e caritatevole, ma non fu veramente grande […] Il cardinale Gasparri, con il suo realismo e il
suo buon senso privo d’ampiezza e d’immaginazione, non era fatto per aiutarlo […] non dava
quell’impressione di soprannaturalità che si provava con Pio X; si percepiva troppo il diplo-
er
matico ed il politico» (les carnets du cardinal Alfred Baudrillart, cit., t. I, 1 Août 1914-31
Décembre 1918, p. 617, diario del 17-8-17, Parigi 1994, e t. III, cit., pp. 65-66, diario del 22-
1-22).
43 Lettera di Benedetto XV all’Imperatore Carlo, 24-10-17, in G. Rumi, Corrispondenza fra
Benedetto XV e Carlo I d’Asburgo, in ROSSINI, op. cit., p. 37.