Page 33 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             conferenza della pace convinto di «essere lo strumento personale di Dio» . Il
             settimanale francese J’ai vu il 15 gennaio 1919 pubblicherà una copertina con la
             foto di Wilson a dito alzato sovrapposta a quella di Benedetto XV ed il titolo «le
             President Wilson catéchise Benoit XV». Chiaramente egli non intendeva lasciare
             spazio al Papa nel ruolo di costruzione del nuovo sistema internazionale. Inutil-
             mente la Civiltà Cattolica si applicò a dimostrare la consonanza tra il program-
             ma di Wilson e le parti della nota di Benedetto XV in cui di indicavano appunto
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             nuove regole per la politica internazionale .
             conclusione: «il suicidio dell’Europa civile»
                In conclusione si possono rilevare alcuni punti. L’«imparzialità» del Papa
             appare indubbia e persino alcuni diplomatici britannici arrivarono non solo a
             convincersene, ma addirittura a ritenere che il Pontefice alla fine in realtà pro-
             pendesse per l’Intesa; tra le Grandi Potenze di tale schieramento, il Regno Unito
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             assunse la posizione più aperta verso la Nota dell’agosto 1917 . Sul piano di-
             plomatico l’iniziativa del Papa non poteva però che fallire, poiché mancavano
             le condizioni minime necessarie per una pace di compromesso. Dal lato degli
             Imperi Centrali, la Germania non era disposta nemmeno alla restaurazione della
             piena sovranità del Belgio ed alla restituzione dell’Alsazia e della Lorena alla
             Francia. Nell’Intesa, nel 1917 la Gran Bretagna era ancora eventualmente dispo-
             sta a negoziare con l’Austria-Ungheria, ma non con la Germania, della quale vo-
             leva distruggere la potenza. Nel 1917 la guerra stava poi assumendo un carattere
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             di scontro ideologico totale , che escludeva soluzioni negoziate: la Massoneria
             internazionale voleva la distruzione dell’Austria-Ungheria e il Presidente Wilson
             pose le premesse di quella che oggi si chiama la guerra di regime change. Co-
             munque nessuno dei belligeranti, soprattutto dalla parte dell’Intesa, era disposto
             a riconoscere al Papa un ruolo nel porre fine alla strage, che a molti appariva
             tutt’altro che “inutile”. In effetti, a tutti coloro che vinsero, o meglio credettero
             di aver vinto, la guerra non apparve per nulla inutile.
                Nell’ambito ecclesiale il caso più clamoroso di rifiuto della nota papale av-


                nedetto XV e i Quattordici Punti di Wilson, in Ricerche di storia in onore di Franco Della
                Peruta. Politica e istituzioni, FrancoAngeli, Milano, 1996, pp. 485-96). Sull’evoluzione della
                politica americana cfr. BARIé O., L’opinione interventistica negli Stati Uniti, 1915-1917, Ist.
                Editoriale Cisalpino, Milano-Varese, 1960.
             37  Cit. in LAFEBER W., American Exceptionalism Abroad: A Brief History, in Foreign Ser-
                vice Journal, March 2000, p. 30.
             38  PAOLINI, op. cit., pp. 183 e 259.
             39  Cfr. DE LEONARDIS, Le relazioni anglo-vaticane …, cit., pp. 172, 186, 194 e PAOLINI, op.
                cit., pp. 411-16.
             40  Cfr. DE LEONARDIS M., La trasformazione della Grande Guerra: il 1917, in Eunomia, a.
                IV n. s. (2015), n. 2, pp. 21-38.
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