Page 28 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             giugno , dopo l’incontro tre giorni prima con il Cancelliere dell’Impero Tedesco
             Theobald von Bethmann-Hollweg; Pacelli incontrò poi a Monaco anche l’Im-
             peratore d’Austria Carlo. La situazione politica in Germania era in movimento,
             con la sostituzione il 14 luglio quale Cancelliere di Bethmann-Hollweg da parte
             di Georg Michaelis e l’approvazione il 19 al Reichstag di una mozione per una
             pace senza annessioni e indennità. Benedetto XV, Gasparri e Pacelli decisero di
             affrettare i tempi, anche in considerazione del fatto che era in previsione a Lon-
             dra un vertice dei capi dell’Intesa.
                La nota del 1° agosto 1917  mostrava la continuità della posizione del Papa,
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             richiamando innanzi tutto alcuni concetti, come la «perfetta imparzialità verso
             tutti i belligeranti», la necessità di «una pace stabile e dignitosa per tutti», il «sui-
             cidio» verso cui stava correndo l’Europa, il subentro «alla forza materiale delle
             armi della forza morale del diritto». Formulava poi alcune proposte di caratte-
             re generale: la «diminuzione simultanea e reciproca degli armamenti secondo
             norme e garanzie da stabilire», «l’istituto dell’arbitrato», la rimozione di «ogni
             ostacolo alle vie di comunicazione dei popoli con la vera libertà e comunanza
             dei mari», l’«intera e reciproca condonazione» dei «danni e spese di guerra». In-
             fine, a proposito della restituzione dei territori occupati, si proponeva da un lato
             l’«evacuazione totale» da parte della Germania sia del Belgio, «con la garanzia
             della sua piena indipendenza politica, militare ed economica», sia «del territorio
             francese», dall’altro la «restituzione delle colonie tedesche». Per le questioni
             territoriali più delicate, «come quelle ad esempio che si agitano fra l’Italia e
             l’Austria, fra la Germania e la Francia», si auspicava che «di fronte ai vantaggi
             immensi di una pace duratura con disarmo» esse sarebbero state esaminate «con
             spirito conciliante, tenendo conto, nella misura del giusto e del possibile, […]
             delle aspirazioni dei popoli, e coordinando, ove occorra, i propri interessi a quelli
             comuni del gran consorzio umano […] lo stesso spirito di equità e di giustizia
             dovrà dirigere l’esame di tutte le altre questioni territoriali e politiche, nomina-
             tamente quelle relative all’assetto dell’Armenia, degli Stati balcanici e dei paesi
             formanti parte dell’antico Regno di Polonia». La frase «questa lotta tremenda, la
             quale, ogni giorno più, apparisce inutile strage», per la quale il documento va un
             po’ superficialmente famoso, fu fortemente voluta dal Papa.
                Il documento, che prefigurava le basi di un negoziato ispirato ad un equilibrio
             possibile, ad una pace senza vincitori assoluti, proprio per questo era destinato
             ad essere respinto da chi auspicava una vittoria completa, ricercata sia perché



             21  Ibidem, pp. 372-76; TORNIELLI A., Pio XII. Eugenio Pacelli un uomo sul trono di Pietro,
                Mondadori, Milano, 2007, pp. 81-87, CHENAUX, op. cit., pp. 100-15.
             22  L’Esortazione apostolica Dès les début del 1° agosto è pubblicata in francese e traduzione ita-
                liana in AAS, a. IX, vol. IX, parte I, Roma 1917, pp. 417-20, 421-23. Il testo integrale italiano
                è anche in La guerra moderna, cit., pp. 131-35.
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