Page 27 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             Giovanni Tacci, facendo riferimento a tale appello: «Il S. Padre, mosso dal suo
             amore verso il Belgio e la Francia, non sarebbe alieno dal fare qualche ulteriore
             passo presso i Governi belligeranti, se vi fosse speranza che la sua azione ve-
             nisse bene accetta dalle nazioni francese e belga. Egli sarebbe, cioè, disposto a
             proporre trattative di pace, purché il primo articolo fosse l’evacuazione del ter-
             ritorio francese e belga, occupato attualmente dagli eserciti tedeschi, rimanendo
             a discutersi gli altri articoli». Si invitava il Nunzio a far leggere il dispaccio al
             Primate del Belgio Cardinale Desiré Mercier, Arcivescovo di Malines-Bruxelles
             e, se questi lo condivideva, a sottoporlo al Re Alberto I e al governo, precisando
             «se poi egli [Mercier] ritiene che ogni proposta di pace, qualunque essa siasi,
             sarebbe ora male accolta dai Governi dell’Intesa, il S. Padre aspetterà altro mo-
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             mento più opportuno per continuare il suo apostolato di pace» .  Mercier rispose
             il 3 settembre giudicando la proposta prematura e di difficile attuazione.
                Analogamente, all’inizio di settembre Padre Baudrillart fu convocato a Roma
             e gli fu proposto di sondare il governo francese sulla possibilità di aprire tratta-
             tive di pace sulla base dell’evacuazione del nord della Francia e dell’eventuale
             restituzione di Alsazia e Lorena, compensando la Germania con «una bella co-
             lonia». Baudrillart giudicò la proposta inattuabile per molte ragioni, un parere
             condiviso anche dal Cardinale Léon Adolphe Amette, Arcivescovo di Parigi, e
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             da altre personalità interpellate .
                La Santa Sede rimase riservata sull’iniziativa di pace degli Imperi Centrali
             del dicembre 1916, che non avanzava proposte concrete e fu nettamente respinta
             dall’Intesa . Nella primavera 1917, «dopo alcuni mesi di forzato silenzio e di
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             continue riflessioni, il pontefice decise di intensificare i suoi sforzi» , in conside-
             razione di alcuni sviluppi. Da un lato si temeva che il prolungamento della guerra
             aggravasse le spinte disgregatrici delle varie nazionalità all’interno della Duplice
             Monarchia, mentre lo stesso Imperatore Carlo sollecitò in maggio un intervento
             pontificio. Dall’altro Mons. Pacelli, appena nominato Nunzio Apostolico nel Re-
             gno di Baviera, grazie ai buoni uffici del deputato cattolico Matthias Erzberger fu
             invitato ad incontrare il Kaiser Guglielmo II a Berlino. L’udienza avvenne il 29




             17  Archivio Segreto Vaticano (ASV), Segreteria di Stato, Guerra (1914-1918), rubr. 244, fasc. 80.
                Nella minuta del 18 agosto, dopo i riferimenti a Belgio e Francia figurava l’inciso «che egli
                predilige fra tutte le nazioni», poi cancellato.
             18  LAUNAy, op. cit., pp. 39, 223-25, Paolini, op. cit., pp. 101-2. Anni dopo, ricordando l’episo-
                dio, Baudrillart parlò di «politica di pace prematura» (les carnets du cardinal Alfred Baudril-
                lart, texte présenté, établi et annoté par CHRISTOPHE P., t. III, 1  Janvier 1922–12 avril
                                                                  er
                1925, Le Cerf, Parigi, 2001, diario del 22-1-22).
             19  MARTINI A. S. J., La Nota di Benedetto XV alle potenze belligeranti nell’agosto 1917,
                in ROSSINI, op. cit., pp. 364-68.
             20  PAOLINI, op. cit., p. 154; cfr. MARTINI, op. cit., pp. 368-76.
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