Page 30 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
P. 30
30 il 1917. l’anno della svolta
e il riferimento alle questioni territoriali e politiche degli Stati Balcanici, da ri-
solvere «con spirito di equità e di giustizia».
L’Italia fu lo Stato più apertamente e pubblicamente ostile; il 25 ottobre alla
Camera il ministro degli Esteri Sidney Sonnino attaccò duramente la Nota, alla
quale fu poi da alcuni imputata la diffusione di uno spirito disfattista, causa della
disfatta di Caporetto. Nonostante ciò, nei primi mesi del 1918 la Santa Sede fu
comunque avvicinata sia dall’Imperatore Carlo I sia dal governo italiano di Vit-
torio Emanuele Orlando per sondare i termini di una pace di compromesso tra le
26
due monarchie .
La guerra aveva segnato del resto un riavvicinamento di fatto tra la Chiesa e
il Regno d’Italia, con la reintroduzione dei cappellani militari nel Regio Esercito,
aboliti ufficialmente tra il 1871 e il 1878 , e la nomina a «Vescovo al campo»
27
di Mons. Lorenzo Angelo Bartolomasi, con il grado di Maggiore Generale. De-
cisivo per tali sviluppi fu il Generale Conte Luigi Cadorna, Capo di SMRE del
Regio Esercito, cattolico praticante come il padre Raffaele, pur artefice della
breccia di Porta Pia, una circostanza non frequente nelle Forze Armate italiane
dell’epoca. Cattolico praticante era anche il Sottocapo di S. M. Generale Carlo
Porro, Nobile dei Conti di Santa Maria della Bicocca. Sugli orientamenti poli-
tici e religiosi al Comando Supremo, il Duca Tommaso Fulco Gallarati Scot-
ti, cattolico interventista e stretto collaboratore di Cadorna come suo ufficiale
d’ordinanza , ha lasciato una equilibrata e precisa descrizione. Cadorna è da
28
lui definito: «cattolico liberale […] rimanevano in lui ben delineati i limiti tra
la sua professione di credente e i suoi doveri di cittadino e di soldato. La sua
pratica era virile e sobria […] Egli non era per nulla spirito settario e chiuso, anzi
indubbiamente liberale e curioso delle più diverse manifestazioni del pensiero
[…] Al Comando Supremo avevano largo accesso le personalità più spiccate
dell’interventismo laicistico, massonico, intellettuale e anticattolico» . Tra essi
29
26 Il cardinale Gasparri e la questione romana (con brani delle memorie inedite), a cura di
SPAdoLINI G., Le Monnier, Firenze, 1973, pp. 214-222; PAOLINI, op. cit., pp. 189-91.
27 In realtà l’assistenza religiosa fu comunque garantita nelle guerre d’Africa, per lo più da sa-
cerdoti missionari, e nella spedizione in Cina contro i boxer nel 1900, mentre la Regia Marina
conservò un cappellano militare nell’Accademia Navale (cfr. CAVATERRA E., Sacerdoti in
grigioverde. Storia dell’Ordinariato militare italiano, Mursia, Milano, 1993, pp. 21-25). Tra i
cappellani militari nella Grande Guerra vi fu Don Angelo Giuseppe Roncalli (il futuro Giovan-
ni XXIII), che volle che alle sue esequie solenni fosse presente la bandiera di guerra del 73°
reggimento di fanteria Lombardia nel quale aveva servito e lasciò scritto: «Di tutto sono grato
al Signore, ma particolarmente Lo ringrazio perché a vent’anni ha voluto che facessi il mio
bravo servizio militare e poi durante tutta la Prima Guerra Mondiale lo rinnovassi da sergente e
da Cappellano» (cit. in CAMMILLERI R., I Santi Militari, Piemme, Casale Monferrato, 1992,
p. 260).
28 Cfr. DE LEONARDIS M., Il Duca, il Generale e Caporetto. Appunti sui rapporti fra
Tommaso Gallarati Scotti e Luigi Cadorna, in Eunomia, a. VII, n. s (2018), n. 1, pp. *
29 GALLARATI SCOTTI T., Idee e orientamenti politici e religiosi al comando supremo, in

