Page 29 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             troppi erano stati i sacrifici per accontentarsi di un compromesso, sia perché la
             guerra aveva ormai assunto, proprio nel 1917, un carattere di scontro ideologico
             totale. La Nota non era destinata, almeno per il momento, alla pubblicazione, ma
             fu subito consegnata alla stampa dal governo di Londra.

             Esiti della nota di pace
                L’Imperatore Tedesco Guglielmo II ordinò di esaminare la nota pontificia in
             senso «conciliativo», ma l’esito finale fu per nulla soddisfacente. La Germania e
             l’Austria-Ungheria espressero infatti assenso sui principi generali, ma senza al-
             cun accenno alle questioni territoriali, rifiutando nettamente le forti sollecitazioni
             del Cardinale Gasparri a dare una risposta categorica sull’assoluta indipendenza
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             del Belgio . La fase del conflitto era loro militarmente favorevole e la nomina a
             capo del governo di Michaelis (un protestante anticattolico) si stava rivelando,
             contrariamente alle aspettative, un rafforzamento politico dello Stato Maggiore
             tedesco, contrario a ogni concessione. L’Imperatore Carlo I con la sua iniziati-
             va di pace affidata al cognato Sisto di Borbone Parma si era pronunciato per la
             restituzione dell’Alsazia e della Lorena alla Francia, ma non aveva manifestato
             disponibilità a cedere territori al Regno d’Italia ed il 4 ottobre scrisse al Papa
             ribadendogli che i suoi «popoli senza distinzione di nazionalità si opporrebbero
             alla più piccola concessione territoriale in favore dell’Italia».
                Il governo francese non diede alcuna risposta alla Nota e fu irritato che la
             Gran Bretagna ne accusasse formalmente ricevuta. Sul piano formale Londra si
             limitò a ciò, ma tra il Conte John Francis de Salis, rappresentante diplomatico
             del Regno Unito presso la Santa Sede, e il Cardinale Gasparri vi furono ampie
             discussioni e ne seguì anche una corrispondenza diplomatica della Sede Aposto-
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             lica con la Germania . Il governo di Aleksandr Fëdorovič Kerenskij considerò
             inaccettabile il documento, poiché emanato nel momento di massima debolezza
             della Russia. Il governo belga promise di studiare il documento «con la massima
             deferenza» ed espresse al Papa «la sua viva e profonda gratitudine» . La Serbia
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             fu soddisfatta dei punti che la riguardavano, la restituzione dei territori occupati


             23  La risposta tedesca (datata 19 settembre, testo originale e traduzione italiana in Archivio Se-
                greto Vaticano (ASV) Segreteria di Stato, Sezione per i Rapporti con gli Stati, Archivio Storico
                [S.RR.SS.], Congregazione degli Affari Ecclesiastici Straordinari [AA.EE.SS.], Stati Eccle-
                siastici, 1914-1918, pos. 1317 (P.O.), fasc. 470, vol. IV, ff. 188-91). Per una lunga disamina
                delle consultazioni per la stesura della risposta, cfr. Pacelli a Gasparri, 22-9-17, ibidem, ff.
                192-96. Per un esame dettagliato delle varie risposte, cfr. MARTINI, op. cit., pp. 378-87.
             24  Cfr. DE LEONARDIS, Le relazioni anglo-vaticane …, cit., pp. 179-85.
             25  Van den Heuvel [ministro belga presso la Santa Sede] al Cardinale Gasparri, 25-8-17, S.RR.
                SS., AA.EE.SS., Stati Ecclesiastici, 1914-1918, pos. 1317 (P.O.), fasc. 470, vol. IV, f. 95. Il 24
                dicembre il Re Alberto I inviò un’ulteriore risposta di apprezzamento del suo governo, ibidem,
                ff. 97-98.
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