Page 410 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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410 il 1917. l’anno della svolta
che univa Londra e Roma, “il Primo Ministro ha detto che qualora il genera-
le Cadorna ritenesse possibile svolgere durante l’inverno una nuova vigorosa
azione, allo scopo di affrettare la presa di Trieste e magari di Pola il Gabinetto
esaminerebbe con simpatia una formale proposta che gli venisse rivolta dal R.
Governo perché venga messo a nostra disposizione un certo numero di grosse
artiglierie attualmente in Francia dove per il momento sono inutili, nessuna azio-
ne seria essendo possibile. Artiglierie sarebbero normalmente accompagnate dal
numero necessario di artiglieri inglesi”. Lloyd George suggeriva un colloquio
tra i generali Radcliffe e Porro, Sottocapo di Stato Maggiore, e si proponeva di
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“rendere sempre più intime le relazioni italo-britanniche” . La vigilia di Natale il
colonnello Greppi, addetto militare a Londra, scrisse a Cadorna: “Parlando delle
operazioni militari, Lloyd George ha esplicitamente dichiarato all’Ambasciatore
che non vede la possibilità di giungere ad alcun risultato di grande entità né sulla
fronte occidentale, né su quella russa: il solo modo, a suo parere, di portare un
colpo decisivo alla coalizione nemica è quello di intensificare le operazioni con-
tro l’Austria, la più stanca della guerra e ridotta ora veramente a mal partito per
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la grave situazione interna che va peggiorando ogni giorno” .
Nella strategia dell’Intesa il fronte italiano era stato sempre secondario, pur
con la pretesa che fosse teatro di perenni offensive per impedire l’afflusso di
forze austro-ungariche in Francia e, se mai, richiamarne tedesche in Italia. Ma la
filosofia strategica tradizionale del Regno Unito tendeva a valorizzare i teatri di
guerra periferici o secondari al fine di indebolire e isolare il nemico principale
eliminando gradualmente i suoi alleati. All’inizio del conflitto i tedeschi ave-
vano costretto i danesi a chiudere gli Stretti di accesso al Baltico, prevenendo i
piani dell’Ammiragliato britannico che aveva immaginato di collegarsi ai russi
attraverso quel mare. Nel 1915 si fece strada a Londra l’idea di eliminare la
Turchia con un attacco diretto a Costantinopoli che, se avesse avuto successo,
avrebbe dovuto cedere agli occidentali i Dardanelli e l’adiacente Turchia eu-
ropea, come pure il collegamento coi russi. In tal caso, anche se gli ottomani
avessero continuato a combattere in Asia, oltre che sull’imminente intervento
italiano, l’Intesa avrebbe potuto contare su quello di altri Paesi europei neutrali
e l’Austria-Ungheria si sarebbe trovata pressoché circondata da un lunghissimo,
insostenibile fronte che andava dal Veneto alla Bucovina e che appariva pre-
messa di un cedimento che avrebbe isolato la Germania e accorciato di molto la
guerra. Come noto però l’impresa, non capita e condotta malissimo, si risolse nel
3 Imperiali a Sonnino, 23 dicembre 1916, DDI, cit., doc. 892, 893, 894.
4 Ministero della Guerra. Comando Corpo di Stato Maggiore, Ufficio Storico, L’Esercito italia-
no nella Grande Guerra (1915-1918), vol. IV, tomo I bis, Roma, Ufficio Storico dell’Esercito,
1931, p. 305. Nella prima settimana di dicembre, peraltro, il generale Radcliffe aveva avvertito
Cadorna che il Capo di S.M. britannico, Robertson, era contrario a sostenere una iniziativa sul
fronte italiano.