Page 411 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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V SeSSione - il 1917: proSpettiVe del conflitto                     411



             disastro anglo-francese di Gallipoli, così che nella panoplia dell’Intesa rimasero
             solo prospettive di tempi lunghi, in attesa che il blocco navale divenisse cappio
             al collo del nemico e la guerra di trincea portasse per esaurimento a una vittoria
             lontana. Nel dicembre 1916 Lloyd George pensava ad una operazione importan-
             te dal fronte italiano, per la quale si poteva immaginare un apporto alleato so-
             stanzioso, non solo di artiglieria, ma anche di truppe; e l’obiettivo finale poteva
             essere assai più ambizioso della conquista di Trieste e di Pola: il crollo e la resa
             di Vienna, che avrebbe isolato la Germania da un lato e la Turchia dall’altro.
                Verso la fine dell’anno, Lloyd George propose una Conferenza interalleata
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             al massimo livello politico e militare da tenersi a Roma . L’incontro doveva in
             special modo essere dedicato al fronte macedone, all’Armata d’oriente e al ge-
             nerale Sarrail che la comandava, come pure alla Grecia e al re Costantino. Vi
             si aggiunse l’esame delle possibilità di concorso alleato al fronte italiano, su
             iniziativa del Premier britannico. Secondo quanto contenuto nel verbale, la Con-
             ferenza vera e propria si riunì presso il Ministero degli Esteri il 6 gennaio 1917:
             le delegazioni italiana, francese e britannica erano guidate dai rispettivi Capi del
             governo (Boselli, Briand, Lloyd George) e comprendevano i ministri degli Esteri
             e della Guerra, come pure i capi di S.M. generali italiano e britannico Cadorna e
             Robertson e il colonnello De Godrencourt, Capo della missione militare france-
             se al Quartier generale italiano; per la Russia, l’ambasciatore in Italia De Giers
             era accompagnato dal generale Galitzine, Capo della missione militare russa in
             Francia.  La delegazione italiana contava 9 membri, oltre a tre diplomatici che
             raccoglievano gli elementi per il verbale; la francese 8, la britannica pure 8, la
             russa 4.
                Aprendo la Conferenza, il presidente del Consiglio italiano, Boselli, indicò
             l’urgenza di occuparsi della questione greca, ma ricordò, in previsione del piano
             di guerra per il 1917, la necessità per ottenere la vittoria che forze e sforzi della
             coalizione dovevano formare “realmente e continuamente una vera unità di pro-
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             gramma e d’azione” . Il promemoria di Lloyd George del 5 gennaio andava nella

             5  Sonnino fece subito sapere di essere “lietissimo” di accogliere in Italia ministri e alti gradi
                militari alleati, avendo come prima idea di realizzare l’incontro a Bordighera o San Remo,
                Sonnino a Imperiali, 31 dicembre 1916, DDI, cit., doc. 929.
                Cfr verbale della Conferenza trasmesso da Sonnino a Imperiali l’11 febbraio 1917, mattina del
                6 gennaio, DDI, serie 5, vol. VII, Roma, 1978, doc. 277.
             6  Ministero della Guerra, ecc., cit., pp. 136-38, 315-16. Gli avrebbe fatto eco Cadorna, con
                l’unica differenza che avrebbe preferito avere come obiettivo, oltre a Trieste, Lubiana e la via
                di Vienna invece di Pola: scrisse infatti che nessuno come Lloyd George aveva ben compreso
                l’importanza del fronte italiano e che “bisognava incominciare dall’abbattere l’Austria, come
                il più debole degli Imperi Centrali, poiché raggiunto tale risultato la Germania sarebbe rimasta
                isolata e quindi costretta a cedere, come difatti avvenne alla fine del 1918”, R. Cadorna, la
                guerra alla fronte italiana, Mondadori, Milano, 1934, pp. 342-43. Cfr anche il testo di Angelo
                Ravenni, dal quale emerge la grande preoccupazione italiana di un non completo riconosci-
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