Page 414 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             governo francese e il generale Nivelle per l’offensiva sul fronte occidentale, e
             infatti il 9 febbraio comunicò a Imperiali che il piano di Cadorna era arrivato
             troppo tardi e che, eventualmente, avrebbe potuto essere attuato in un secondo
             tempo: a tal fine avrebbe inviato in Italia il Capo di S. M. britannico Robertson
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             per discuterne col Capo di S.M. italiano . Ma in realtà la grande offensiva inte-
             ralleata dal fronte italiano era tramontata, tanto che nella successiva Conferenza
             interalleata di Pietrogrado (1-17 febbraio 1917) il delegato di Cadorna si limitò
             ad annunciare operazioni che avrebbero impegnato solamente l’Esercito italiano
             in nuovi attacchi sull’altipiano di Asiago e sul Carso, o in azioni dimostrative a
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             sostegno degli alleati . Ma il premier britannico, che si era dovuto arrendere ai
             suoi generali e a quelli francesi irriducibilmente occidentalisti, non era contento
             e non ne fece mistero. Nel rapporto dell’ambasciatore a Londra dell’11 gennaio
             si leggeva; “Per la doverosa esattezza della informazione debbo aggiungere che
             unico punto sul quale mi è sembrato scorgere in Lloyd George alquanta contra-
             rietà è quello concernente la contemplata grande offensiva sul nostro fronte. Con
             la sua abituale impulsività e profano come è in questioni militari, egli da lontano
             non deve essersi reso abbastanza conto delle grosse difficoltà tecniche che si
             oppongono a tale più o meno immediata azione per attuare la quale riteneva pro-
             babilmente sufficiente l’offerta di artiglieria pesante inglese. La constatazione
             pertanto della impossibilità di iniziare prima di maggio una siffatta offensiva da
             lui molto caldeggiata gli ha cagionato sorpresa e rincrescimento che trasparivano
             abbastanza chiaramente dal suo parlare”. E il Capo di gabinetto  del ministro
             degli Esteri, conte Luigi Aldrovandi Marescotti, il 16 gennaio gli segnalava dalla
             capitale inglese che in ambienti bancari aveva percepito “senso di depressione;
             dispiacere di Lloyd George di non (avere) conversato sufficientemente da solo a
             solo con V. E.”; e girava un rapporto nel quale ”si riferiva del rifiuto italiano circa
             i grossi cannoni inglesi e francesi e vi si diceva essersi riportata l’impressione
             che l’Italia vuol fare una guerra fiacca per conservarsi forte al momento della
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             pace” .


             10  Il generale Ruggeri Laderchi comunicò che Cadorna avrebbe operato sull’altipiano in aprile e
                poco dopo sul Carso, confermando l’impegno di entrare in azione entro tre settimane qualora
                un alleato fosse stato attaccato o costretto ad anticipare una propria offensiva; ove poi gli al-
                leati avessero attaccato loro in marzo, veniva garantita una grande dimostrazione sull’Isonzo.
                Ibidem, p. 144.
             11  Imperiali a Sonnino, Londra, 11 gennaio; Aldrovandi Marescotti a Sonnino, Londra, 16 gen-
                naio 1917, DDI, Serie 5, vol. VII, cit., doc. 71, 107: quest’ultimo rapporto riferiva anche di
                critiche alla Regia Marina: “In molti ambienti si ha l’idea che la Marina italiana non abbia fatto
                e non faccia abbastanza e non sia molto fair, nei suoi comunicati, per quanto riguarda l’azione
                delle marine alleate”.
             12  L. Aldrovandi Marescotti, Guerra diplomatica. Ricordi e frammenti di diario (1914-1919),
                Mondadori, Milano, 1937, p. 114.
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