Page 409 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             La Conferenza di Roma (6 -7 Gennaio 1917)



             Prof. Mariano GABRieLe*



                   el dicembre 1916 il premier britanni-
             N co Herbert Henry Asquith, che pure
             era riuscito a superare il fiasco di Gallipoli,
             giunse al capolinea. L’11 David Lloyd Ge-
             orge  costituì  il  nuovo  governo,  caratteriz-
             zato da un Gabinetto di guerra formato da
             5 soli componenti, che l’ambasciatore Im-
             periali valutò “personale, anzi dittatoriale”,
             definendo però il nuovo premier come uno
             statista che, “preclaro per audacia, energia,
             sagacia, rapidità di propositi e di esecuzio-
             ne, fu per giunta finora sempre favorito dalla fortuna” . Qualche giorno
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             dopo, sospettoso degli alleati più vicini tra loro che a Roma, il segretario
             generale degli Esteri, De Martino, ricordava al ministro che il patto di
             Londra era il “caposaldo della nostra politica” : questa psicosi, in parte
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             fondata, afflisse per tutta la guerra i dirigenti politici e militari italiani, mai
             abbastanza sicuri che tutte le promesse ottenute o estorte sarebbero state
             onorate.
                Poco prima del Natale 1916 Imperiali segnalò importanti segnali di apertu-
             ra. Ribadito il “comune interesse di preservare l’equilibrio del Mediterraneo”



             *  SISM - La Sapienza Un. di Roma
             1  Cfr Imperiali a Sonnino, 11 dicembre 1916, “I Documenti Diplomatici Italiani” (indicati in
                seguito con DDI), Serie 5, vol.VI, Poligrafico dello Stato, Roma,1988, doc. 827.
             2  De Martino a Sonnino, 16 dicembre 1916, DDI, cit., doc. 874. La presa di posizione era utile
                anche per respingere l’offerta di pace avanzata dalla Germania, in modo vago e con tono di
                sfida, il 12 dicembre; ma Berlino la concepiva vittoriosa e quando intervenne Wilson che
                chiese a tutti di chiedere cosa volevano, la risposta tedesca, seguita dal rifiuto dell’Intesa, fu
                evasiva; Wilson ammonì Berlino: se l’apporto di esercito e marina americani si poteva consi-
                derare modesto, era necessario ricordare che “le guerre si combattono pure col denaro e che
                gli Stati Uniti entrando a fianco degli alleati ne raddoppierebbero istantaneamente le risorse
                finanziarie”, Macchi di Cellere, ambasciatore a Washington, a Sonnino, 31 dicembre 1916,
                DDI, cit., doc. 918. Il 9 gennaio successivo la guerra sottomarina germanica riprese senza
                restrizioni, premessa all’intervento americano del 6 aprile 1917. Cfr R. Mosca, “1916: l’anno
                della guerra senza ritorno, in “XX secolo. Storia del mondo contemporaneo”, II, Mondadori,
                Milano, 1970, p. 185.
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