Page 539 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             alcuni mezzi di trasporto necessari per organizzare una seria spedizione contro
             l’Egitto presentava un interesse prioritario per lo Stato Maggiore della Difesa
             inglese.  Londra aveva ben capito quale era l’immagine dello Sceriffo nel mondo
             musulmano, ne apprezzava molto la sua influenza politica e religiosa esercitata
             anche al di fuori della zona sottomessa alla sua immediata autorità.
                Il War Office inglese ben sapeva che gli altri emiri, gli Idriss, gli Yahia, gli
             Ibn  Saud, gli Ibn Rechid, loro stessi capi religiosi, consideravano  “l’emiro della
             Mecca” come un loro pari, anche se a volte come un loro rivale, a seconda delle
             contingenze (cioè dei loro personalissimi interessi), con estrema volubilità. Que-
             sto non si applicava di certo alla Persia, dove la popolazione era shiita e guardava
             verso Kerbala e non verso la Mecca. Ottenere la neutralità di Husain era un in-
             teresse primario per combattere contro la dominazione turca, anche con risvolti
             sulla guerra europea, nelle provincie arabe, come la Siria e la Mesopotamia,
             dove quasi tutti gli abitanti erano ostili al ruolo di Costantinopoli. Lo Sceriffo
             doveva diventare per i turchi un amico inutile e un avversario pericoloso, inde-
             bolendone ulteriormente la forza militare. Husain promise all’inizio la sua neu-
             tralità bienveillante, lasciando sperare per l’avvenire, se le circostanze si fossero
             prestate, a un’alleanza contro i turchi. Egli domandava all’Inghilterra e ai suoi
             alleati, oltre  a consistenti risorse finanziarie, di riconoscere la sua autorità sulle
             Città Sante e di accordarvi delle facilitazioni commerciali via terra per i rifor-
             nimenti connessi ai pellegrinaggi: queste erano le sue rivendicazioni personali.
             Egli reclamava poi delle garanzie di indipendenza per tutte le popolazioni arabe
             che gli alleati avrebbero liberato dalla dominazione turca; le ambizioni politiche
             dei figli sui sogni di un Califfato arabo che trovavano chiaramente la loro espres-
             sione in una cornice più generale. Gli inglesi si mostrarono disponibili a favorire
             gli interessi locali dello Sceriffo sempre che egli avesse rapidamente preso una
             chiara decisione di campo. Si dichiararono partigiani convinti dell’indipendenza
             araba ma all’epoca aggiunsero che la Francia avrebbe avuto ugualmente degli
             interessi in Siria e quindi non potevano impegnarsi per i loro alleati e che erano
             in forte imbarazzo a parlare a nome dell’intero Impero britannico…il Governo
             delle Indie e l’Ufficio Coloniale avrebbero posto enormi difficoltà alle richieste
             politico-istituzionali di Husain.
                I suoi ‘maneggi’ con gli europei lo resero molto sospetto agli occhi dei turchi
             e non poteva essere altrimenti. Informato di questi propositi ‘sovversivi’, il Valì
             dell’Hedjaz andò da Taif a circa 100 km dalla Mecca per trovare lo Sceriffo e
             chiedere spiegazioni …. il loro incontro fu molto difficile e il rappresentante
             della Sublime Porta dovette tornarsene indietro senza aver ottenuto soddisfacenti
             rassicurazioni circa la ‘fedeltà’ di Husain. Questo fu l’ultimo incontro diretto dei
             turchi con lo Sceriffo.
                Con il protrarsi della guerra i turchi si dimostrarono sempre nemici degli ara-
             bi, al punto che finalmente Husain decise di entrare in guerra contro la Turchia
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