Page 538 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
P. 538

538                                                  il 1917. l’anno della svolta



             ca dello Sceriffo fino al fanatismo razziale degli ignoranti membri delle tribù.
             Ognuna di queste tribù arabe riteneva che sarebbe stata al governo delle altre.
             Avevano preso coscienza della loro indipendenza e intendevano approfittarne.
             Questo agli inizi non avrebbe comportato l’anarchia perché i legami di famiglia
             e i sentimenti della responsabilità delle tribù si erano rinsaldati ma la conseguen-
             za sarà la sparizione, una negazione del potere centrale nei loro affari interni.
             Il grande Sceriffo della Mecca, ritenuto discendente del Profeta e Guardiano
             dei luoghi Santi, era sempre stato, come gli altri grandi capi arabi e lo stesso
             Khedivé d’Egitto,  molto geloso della sua indipendenza e aveva solo tollerato la
             presenza delle autorità turche, esigendo peraltro da loro dei riguardi e dei sussidi
             finanziari. L’entrata della Turchia nella guerra europea non aveva diminuito né
             gli onori né le offerte inviate da Costantinopoli: quindi egli rimase in un primo
             momento leale verso la Sublime Porta e non spinse oltre gli altri emiri e capi
             tribù.
                Scriveva Lawrence che Husain, nonostante il suo ruolo largamente ricono-
             sciuto nell’Islam, aveva rifiutato nettamente di dare un carattere religioso alla ri-
             volta. Questo perché le tribù ben sapevano che i turchi erano musulmani e pensa-
             vano, ingannandosi, che i tedeschi erano probabilmente amici sinceri dell’Islam.
             Sapevano bene che inglesi e francesi erano cristiani ma erano giunti poi, nel
             corso del 1915/1916, alla convinzione che erano loro amici. In queste condizioni
             la loro religione non sarebbe servita a molto e così preferirono metterla di lato e
             poiché vedevano i cristiani combattere altri cristiani, ritennero di comprendere
             che i cristiani volevano sinceramente un governo che parlasse arabo e non turco.
                Nel 1916 si erano prodotti avvenimenti militari che videro un importante in-
             debolimento delle forze turche in Arabia. Il grande Sceriffo non si fece quindi
             scrupoli di mettere a profitto le difficoltà dei turchi, l’indebolimento delle loro
             forze per liberarsi ogni giorno di più della pesante tutela d Costantinopoli. Gli
             ufficiali turchi, fatti prigionieri nel Mar Rosso alla fine dell’estate 1915, ricono-
             scevano che il suo prestigio e la sua autorità eclissavano totalmente quelle del
             Valì dell’Hedjaz, il rappresentante ufficiale del governo turco.
                Fu il figlio Abdallah, che aveva una visione panaraba importante ante litte-
             ram, a agire su suo padre per deciderlo a iniziare delle negoziazioni con gli in-
             glesi. Questi da parte loro desideravano vivamente, sia dal punto di vista militare
             logistico sia da quello politico, consigliarsi con lo Sceriffo della Mecca. Come
             sovrano arabo, costui aveva sotto la sua influenza delle tribù che possedevano
             un grande numero di cammelli, necessari ai trasporti dei rifornimenti, molto più
             delle automobili o autocarri in quei deserti. Naturalmente le tribù erano poco
             disposte ad affittare o a vendere le loro bestie, avendo avuto pessima esperienza
             con i turchi che erano dei cattivi pagatori. Per ottemperare alle richieste di inglesi
             e francesi, avrebbero potuto accettare affitti o vendite solo con un ordine formale
             di colui che ritenevano il loro sovrano spirituale. Il fatto di privare I turchi di
   533   534   535   536   537   538   539   540   541   542   543