Page 29 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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L’improvviso e inaspettato crollo austriaco cambia le regole, il volto, la
percezione stessa del conflitto. Dopo anni di trincea, di logoramento, di gran-
di assalti per conquistare pochi metri, la guerra torna a essere quell’avventura
estetica, che molti avevano immaginato all’inizio delle ostilità. Una guerra di
movimento fatta di balzi in avanti e scontri decisivi. La corsa alla vittoria genera
nei combattenti un’euforia contagiosa. Così, nei ricordi dei soldati italiani, l’ulti-
ma battaglia diventa spesso una festa, dove il dolore per il sangue versato lascia
spazio all’incontenibile gioia del trionfo e allo stupore per un conflitto che sem-
bra concludersi quasi senza violenza, nonostante l’alto numero di morti dei primi
giorni dell’offensiva. Il 2 novembre il giovane Nicolò Carandini è protagonista
di un’impresa eccezionale:
“eravamo tre ufficiali e quindici uomini in tre blindate. Abbiamo catturato circa
quattromila soldati con tutto l’armamento (…) Loro ci potevano schiacciare
quando volevano e c’è voluta una gran politica e un mucchio di discorsi in fran-
cese per tenerli lì fino a che venissero i nostri a disarmarli (…) Tutto abbiamo
fatto senza sparare un colpo” 7
Il 3 novembre piero Calamandrei, addetto alla propaganda presso il XXIX
corpo d’armata, non resiste alla tentazione di diventare il primo soldato libera-
tore di Trento. Da solo, senza autorizzazione, monta su un sidecar e raggiunge
le pattuglie di punta dell’esercito italiano. poi, quasi disarmato, entra nella città
simbolo dell’intervento e dell’irredentismo.
Largo, largo! La folla si apriva... vidi che alle finestre c’erano già tante bandiere
italiane: ebbi la visione di una gran città polverosa e tumultuosa che ad ogni
finestra avesse un tricolore. Mentre i carnefici facevano in fretta le valigie per
partire, Trento si era già messa i suoi colori e aspettava (…)Cominciai a sentir
delle grida di gioia dalle finestre e dai marciapiedi, e mi accorsi che qualche-
duno cominciava a rincorrermi per farmi festa (…) Dieci, venti, cento persone
mi si buttarono addosso da tutte le parti, urlando, piangendo, ridendo, pigian-
domi, soffocandomi, senza permettermi di alzarmi dal mio carrozzino … Ebbi
l’impressione di essere schiacciato da una valanga di mani che facevano a gara
per stringer la mia mano 8
Quello stesso giorno – il 3 novembre 1918 - a Villa Giusti, presso padova,
7 N. Carandini, op. cit., p. 217.
8 piero Calamandrei, L’entrata in Trento, in Id., zona di guerra. Lettere, scritti e discorsi (1915-
1924), a cura di S. Calamandrei e a. Casellato, Roma-Bari, Laterza, 2006, pp. 211-212