Page 123 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
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                ALFONSO MANZO                       DELLA LEGIONE CARABINIERI DI PALERMO







                                              1.  IL RITORNO IN SICILIA                                                         119

                                              Nel luglio 1966, il Tenente Colonnello Carlo Alberto dalla Chiesa, oramai prossimo
                                              alla promozione al grado superiore, assunse il Comando della Legione Carabinieri
                                              di Palermo, competente anche sulle provincie di Agrigento, Caltanissetta e Trapani.
                                              Ritorna, dunque, in Sicilia, dopo oltre 15 anni dall’esperienza, breve quanto intensa,
                                              vissuta a Corleone (PA) nel biennio 1949-50, per diverse ragioni che il figlio Nando ,
                                                                                                                         1
                                              indica nella:
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                                                  ta resa quasi obbligata da quel «mal di Sicilia», contratto nel periodo corleonese
                                                  e che lo porterà nel 1982 nuovamente e tragicamente nel capoluogo siciliano;
                                                  – presenza in quella città dei suoceri (il padre della Signora Dora, dopo aver co-
                                                  mandato la medesima Legione Carabinieri di Palermo, si era colà stabilito in
                                                  pensione) che avrebbero potuto offrire un premuroso supporto alla sua consorte
                                                  nella gestione domestica e familiare dei tre figlioli.


                                              È facile desumere che un terzo motivo non dichiarato di tale decisione risieda nella
                                              tenace volontà del Ten. Col. dalla Chiesa di confrontarsi con un fenomeno crimina-
                                              le, quello rappresentato da Cosa Nostra, che nella prima metà degli anni ’60 aveva
                                              registrato allarmanti segnali di pericolosità sociale. La mafia, oltre a rafforzare il
                                              suo potere nelle zone rurali, aveva ben compreso che le città e, in modo particolare,
                                              Palermo offrivano delle opportunità di illecito arricchimento incomparabili rispetto
                                              alla gestione dei latifondi e della pastorizia.
                                              I corleonesi di Luciano Leggio avevano iniziato la lunga rincorsa che, nel giro di
                                              due-tre decenni, li  avrebbe portati a scompaginare definitivamente la struttura or-
                                              ganizzativa della c.d. «mafia tradizionale» palermitana e ad imporre, attraverso una
                                              violenza inusitata, il nuovo ordine gerarchico-funzionale che durerà almeno sino alla
                                              metà degli anni ’90. Difatti, dopo un periodo di ristrettezze finanziarie, dovute anche
                                              alle ingenti spese legali causate dai numerosi procedimenti giudiziari propiziati da
                                              Magistratura e Forze di Polizia, nei primi anni ’50 Cosa Nostra aveva cominciato a
                                              riorganizzarsi, seguendo i primi benefici effetti del boom economico ed estendendo i
                                              propri interessi verso i grandi centri urbani, ove l’edilizia pubblica e privata costituiva-
                                              no un’occasione imperdibile per intercettare l’enorme fiume di danaro che circolava
                                              in quegli anni. In quel periodo, infatti, furono apportate innumerevoli modifiche al
                                              «Piano regolatore» di Palermo, modifiche che permisero ad esempio alla società di







                                              1  Tratto da C.A. dalla Chiesa, op. cit.
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