Page 128 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
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alfonso manzo
fiosa, si concretizzò la reazione repressiva dello Stato che, dopo aver istituito una
Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia, emanò nel 1965
una nuova normativa sul confino dei mafiosi, effettuando numerose retate di mala-
vitosi, sia in città sia in provincia, che portarono, sotto la coraggiosa direzione del
Giudice Istruttore Cesare Terranova, alla celebrazione a Catanzaro per legittima
suspicione del noto processo a 114 imputati mafiosi che si concluse, però, nel 1968
con esiti infausti per l’affermazione della giustizia. Tale approccio trova riscontro
ufficiale nelle relazioni dei Procuratori Generali di Palermo della seconda metà degli
anni ’50, ove la presenza della mafia viene minimizzata, se non addirittura negata.
Tendenza ribadita anche alla vigilia di una guerra di mafia, allorquando, nel 1965,
il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione ebbe addirittura a dichiarare
che la mafia non era materia da tribunali, ma materia per conferenze .
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Il Colonnello Carlo Alberto dalla
Chiesa unitamete al magistrato e
parlamentare Cesare Terranova.
Foto Archivio L’Ora
Sempre negli anni ’60, Cosa Nostra uscì dal tradizionale perimetro territoriale della
Sicilia e iniziò a proiettarsi sull’intero territorio nazionale e all’estero, sviluppando
sempre più il traffico di sostanze stupefacenti, un affare colossale che mise in contatto
la mafia con organizzazioni criminali straniere e fruttò proventi illeciti che, necessa-
riamente, dovevano essere riciclati nell’economia legale.
Il controllo del territorio diventò sempre più serrato anche in città, attraverso l’impo-
sizione sistematica del pizzo, mentre i vari mercati del pesce e ortofrutticoli caddero
sotto la gestione occulta di Cosa Nostra.
Questo, in estrema sintesi, è lo scenario che il Ten. Col. Carlo Alberto dalla Chiesa
trova al suo arrivo a Palermo. Il discorso che pronuncerà nella cerimonia di assun-
zione del Comando della Legione Carabinieri di Palermo, nella sua concisione,
Italiano Pasquale Nuccio e il Soldato Giorgio Ciacci» (tratto da uno studio del Dipartimento di
Studi internazionali, giuridici e storico-politici affidato a Ciro Dovizio, con la tutorship del Prof.
Fernando dalla Chiesa).
9 Frase pronunciata in aula dibattimentale, in occasione del processo per l’omicidio del sindacalista
Salvatore Carnevale, dal Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione nel 1965, appena due
anni dopo la strage di Ciaculli e l’istituzione della prima Commissione Parlamentare Antimafia.