Page 38 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
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alessia a. glielmi



                                              fu liberato. Ovviamente mio padre una volta liberato raggiunse gli Alleati che guidò
                                              presso l’Alto comando tedesco dove era stato fatto prigioniero. Riuscirono così a
                                              smantellare la loro intera organizzazione. Insieme agli Alleati tornò ad Ascoli Piceno il
                                                                                              96
                                              18 giugno 1944, liberando così la propria città natale . Fu da subito impegnato nella
                                              ricerca di documentazione che attestasse la sua attività e impegnato nella memoria».










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                                              96  Il comune di Ascoli Piceno ricevette nel 2001 la medaglia d’oro al valor militare con la seguente
                                              motivazione: «La fiera e pacifica città di Ascoli Piceno, dopo l’Armistizio dell’8 settembre 1943,
                                              non esitò a sollevarsi contro il tedesco invasore. Già il 12 settembre, il coraggioso comportamento
                                              dei militari del presidio aveva costretto alla resa le forze nemiche, superiori in uomini e mezzi,
                                              mentre dal 2 al 5 ottobre, al Colle San Marco, un pugno di giovani ardimentosi, male armati ed
                                              equipaggiati, si batterono duramente, contro unità germaniche, subendo dolorose perdite. La
                                              popolazione ascolana non desistette dal proseguire la lotta, partecipando a numerosi scontri, come
                                              quelli in località Venagrande, Castellano e Vallesenzana, che furono fra i momenti più significativi
                                              della sua irriducibile volontà a partecipare direttamente alla liberazione del territorio. Non meno
                                              agguerrita fu l’attività dei «gruppi di azione patriottica», conclusasi con l’ardita liberazione dalle
                                              carceri cittadine di tutti i detenuti politici. A essa va aggiunta la pericolosa opera svolta a favore
                                              di migliaia di prigionieri alleati e di militari sbandati molti dei quali furono condotti in salvo oltre
                                              le linee. Numerose furono le perdite umane, le deportazioni e le distruzioni subite dalla città, che
                                              fu sempre sorretta dalla fede in una Patria migliore, risorta dalla dittatura fascista». S. Pompozzi,
                                              I ribelli del Colle. Le vittime partigiane dei combattimenti sul Colle San Marco 3/5 ottobre 1943, Assemblea
                                              Legislativa delle Marche, Ancona 2010, p. 17, Gazzetta Ufficiale n. 159 del 11-7-2001.
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