Page 37 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
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L’invio sul fronte Montenegrino  e la resistenza nelle Marche


                                              sparò. Un proiettile di rimbalzo lo prese sullo stivale. Scappò e si rifugiò nella vege-
                                              tazione. Dopo due giorni, quando non c’era più nessuno, ritornò dove c’erano stati
                                              i combattimenti e trovò solo morti. Trovò solo morti.
                                              Decise di andare verso Roccafluvione. Era rimasto l’unico del gruppo, altri furono
                                              fucilati, altri imprigionati. Il 7 di ottobre riuscì a Rocca Priora a salutare i suoi. Si
                                              avviò, poi, verso il mare, si recò in una casa colonica, vicino l’attuale Centro Com-
                                              merciale Porto Grande. Lì c’erano dei mezzadri amici suoi che lo nascosero. Lì
                                                                                93
                                              venne rintracciato da Emma Lappa , che era parte attiva della rete partigiana, e
                                              lavorava come infermiera all’ospedale di San Benedetto. Si diedero appuntamento
                                              a Martinsicuro a casa di Giuditta Corsi, in via Roma, 164.
                                              Emma Lappa il 15 ottobre lo recuperò in questa cascina e lo portò a casa della signora
                                              Corsi. Lì conobbe Carlo [Alberto dalla Chiesa] e il principe Ruffo di Calabria [fratello
                                              della regina Paola del Belgio Liegi]. Giuditta Corsi ospitò da quel momento tutti e   33
                                              tre, nascondendoli in soffitta fino a metà dicembre. Lì organizzarono la traversata a
                                              Brindisi nell’Italia liberata.
                                              Erano rinchiusi durante il giorno e uscivano di notte. Non ho dettagli di quanto
                                              facessero, non credo fecero azioni durante quel periodo a casa Corsi anche per non
                                              mettere a repentaglio la vita di quella famiglia.
                                              Giunti a Brindisi [17 dicembre] dopo un rocambolesco viaggio per mare, trovarono
                                                                 94
                                              ad aspettarli il padre  di Carlo [Alberto dalla Chiesa]. Mio padre visse un mese a
                                              casa dalla Chiesa, qui conobbe Badoglio. A Brindisi, grazie a Badoglio, si mise in
                                              contatto con gli Alleati, con gli inglesi che lo mandarono nelle Marche a Cupra
                                              Marittima fornendolo di documenti falsi.
                                                                                                                        95
                                              Lo armarono, gli fecero fare dei lanci e lo destinarono a IS9 dell’intelligence service .
                                              Diventò un informatore. Fu impiegato come paracadutista-sabotatore addetto al
                                              recupero di evasori ed ex prigionieri, con il compito di portarli al fronte e aiutarli
                                              ad attraversarlo. La notte del 2 febbraio venne catturato da una pattuglia di sciatori
                                              tedeschi. Era a piedi, in una zona di confine del fronte, sotto il monte Majella, esatta-
                                              mente il cimitero di Guardiagrele. Comunicò, sulla base delle istruzioni ricevute, che
                                              stava scappando dal sud. I tedeschi non ci credettero e lo portarono a Tagliacozzo
                                              in una villa dove praticamente venne malmenato per 5 giorni. Dopo 5 giorni di tor-
                                              tura, ribadì sempre la stessa versione, ossia che era un fascista, che stava scappando.
                                              Lo portarono a Villa San Sebastiano che sta lì vicino, dove, in un’altra grande villa,
                                              c’era il comando dell’intelligence tedesca. Lo portarono da un colonnello tedesco
                                              che parlava benissimo l’italiano. Mio padre riferì di essere un alpino della “Julia”.
                                              Il colonnello dopo una serie di domande a cui mio padre rispose correttamente gli
                                              credette. In realtà, il tedesco era stato un ufficiale di collegamento in Russia tra il
                                              comando tedesco e il corpo d’armata alpino. Gli fornì un lasciapassare tedesco. Così


                                              93  Si riportano i dati essenziali relativi all’attività partigiana di Emma Lappa. Formazione di appar-
                                              tenenza: Banda Zara, periodo: dal 12 settembre 1943 al 16 giugno 1944; qualifica riconosciuta:
                                              partigiano combattente. Fonte Archivio Centrale dello Stato, Archivio per il Servizio Riconoscimento
                                              Qualifiche e per le Ricompense ai Partigiani (Ricompart).
                                              94  Romano dalla Chiesa, Generale dei Carabinieri. Prese parte alla Seconda guerra mondiale,
                                              dove ottenne il grado di colonnello. Fu comandante della Legione Carabinieri di Bari il 12 set-
                                              tembre 1943. All’indomani dell’Armistizio, il Re Vittorio Emanuele III e il governo provvisorio
                                              lo preposero al Comando dei Carabinieri Reali dell’Italia Meridionale, con giurisdizione sulle
                                              tre regioni libere (Puglia, Basilicata e Calabria) fino al 15 novembre. Con la fine della guerra fu
                                              promosso generale di brigata. Nominato generale di divisione, fu vicecomandante generale dei
                                              Carabinieri dal 1° marzo al 23 maggio 1955.
                                              95  Durante la Seconda guerra mondiale i servizi alleati e in particolare il servizio noto come «IS9»
                                              (Intelligence School N. 9) detto anche «A-Force», tentarono di recuperare un vasto numero di
                                              prigionieri alleati, prigionieri in territorio nemico, attraverso l’invio di agenti paracadutati e
                                              l’organizzazione di reti di fuga.
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