Page 129 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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quindi, come sempre accade, anche dai rapporti interpersonali traeva giova-
mento la collaborazione dei due Servizi.
L’assistenza e la cooperazione del S.I.M. doveva essere richiesta ogniqual-
volta si ricadesse nella sfera delle sue competenze. Sebbene il personale italia-
no del controspionaggio non fosse numeroso e presente ovunque dove neces-
sario, bisognava cercare di consultarlo comunque perché il suo consiglio e la
sua volontà di cooperazione era ritenuta importante. Inoltre, non bisognava
avvalersene in problematiche di routine ma solo per quelle di rilievo.
In tal modo una direttiva del 15 aprile 1944, firmata d’ordine del Capo di
Stato Maggiore dell’A.A.I., concordando sulle modalità di collaborazione con
il S.I.M., allargava la portata della partecipazione del Servizio. Tra le altre pos-
sibilità veniva permesso al controspionaggio italiano di interrogare agenti
nemici catturati, anche se a certe condizioni: infatti, era necessario il previo
benestare della Centrale di Londra, sempre dopo che fossero terminati gli in-
terrogatori da parte delle autorità alleate. Dunque luce verde ma con la clau-
sola che il S.I.M. avrebbe partecipato ai colleghi anglo-americani gli ulteriori e
eventuali risultati di quella attività.
In sintesi, si era giunti alla consapevolezza che, per potere meglio lavorare
in Italia con gli italiani, era necessario allargare la collaborazione condividendo
per quanto possibile il patrimonio informativo anche se considerable safeguards
will, however, still to be maintained…: ancora una fiducia condizionata. 68 68 NARA, RG 226,
Le ragioni di base di questa decisione erano le seguenti: gli alleati si rende- NND-907126, 15 e
23 aprile 1944. Su
vano conto che la cooperazione con le autorità italiane sarebbe rimasta meno- questo argomento
mata se attuata in modo univoco; il controspionaggio italiano non poteva fun- v. Tommaso Piffer,
Gli Alleati e la Resi-
zionare come auspicabile se era tenuto all’oscuro dei più importanti elementi stenza italiana, cit.,
p. 275, nota 22.
informativi sulla sicurezza; gli eventi avevano provato che la collaborazione e
l’assistenza italiana nel settore poteva essere di grande aiuto solo se spontanea
e fornita di ‘tutto cuore’. 69 69 whole-hearted: sono
In effetti, era stato rilevato che gli ufficiali italiani coinvolti nel Servizio sof- le parole usate nel
documento origi-
frivano di un considerevole complesso di inferiorità ed era invece importante, nale.
per ottenerne la completa cooperazione, non incidere sulla loro suscettibilità
e sul loro orgoglio professionale. Gli alleati riconoscevano che, in generale, il
personale italiano era affidabile e leale alla causa degli alleati. Nel contempo 70 In general, ITALIAN
70
però, anche le eccezioni potevano essere spiegate dal fatto che l’Italia era divisa personnel must be
considered reliable
in due e quindi che coloro che avevano ancora le famiglie in territorio occupato and loyal to the Allied
cause…
dai tedeschi potessero avere preoccupazioni personali o cercassero di passare
le linee per ricongiungersi ai propri congiunti.
In queste oscillanti situazioni professionali, si imponevano dunque alcuni
principi generali nel raccordo con il controspionaggio italiano, che costituiva-
no però un freno alla totale collaborazione.
Le informazioni classificate security intelligence potevano essere circolate al
S.I.M. C.S., mentre era vietato mandare in visione quelle classificate TOP SE-
CRET.
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