Page 175 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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volle  creare  un  nuovo  Centro  a  Tunisi,  del  quale  diede  la  responsabilità  al
                     tenente Caraffa, ufficiale della riserva, proveniente anch’egli da Alessandria
                     d’Egitto, che parlava l’arabo, l’inglese e il francese e che si trovava in Libia fin
                     dal 1935. Lasciò Tunisi nel maggio 1942 per imbarcarsi a Capo Bon con un Co-
                     mando italiano di rientro in patria.
                        Aggregati al Centro di Tunisi, nel marzo 1943, vi erano anche il capitano
                     della riserva Salomone (o Salamone secondo alcuni documenti), poliglotta, per
                     l’interrogatorio dei prigionieri, e il sottotenente Caraffa, fratello del precedente
                     che però venne rapidamente rimpatriato per malattia.
                        Il Centro intercettazioni di Tunisi includeva ventuno postazioni di ascol-
                     to delle radio alleate. Comunicava direttamente al Nani le informazioni che
                     richiedevano una azione immediata. In questo modo il controspionaggio ita-
                     liano era in grado di seguire tutti i movimenti delle forze inglesi; gli obiettivi
                     dell’Air Force; le richieste di rinforzo inoltrate dalle unità inglesi al fronte.
                        Oltre alle intercettazioni, il Nani si avvaleva largamente di un’altra fonte
                     importante in guerra per raccogliere informazioni, come sempre praticato da
                     tutte le forze in campo: l’interrogatorio dei prigionieri inglesi, mentre quelli
                     americani e francesi venivano consegnati ai tedeschi. Si occupava degli inter-
                     rogatori il Leone, coadiuvato dal sergente Antoniazzi, figlio di un ristoratore
                     italiano di Piccadilly che aveva vissuto a lungo a Londra, e del caporale Ricci,
                     anche lui residente in Inghilterra e quindi ambedue ottimi conoscitori della
                     lingua. Un elemento della Milizia fascista, un ‘sottocapo manipolo’  coopera-
                     va negli interrogatori, avendo svolto la stessa funzione per due anni a Marsa
                     Matruh.









































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