Page 170 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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inglese; una serie di operazioni in Francia, a Genova e Torino contro l’intelli-
gence francese che operava a Nizza e a Marsiglia; una operazione condotta con
il maggiore Caputo contro l’intelligence inglese a Roma e contro l’intelligence
sovietica, anche in collaborazione con la ‘Squadra P’ del maggiore Manfredi
Talamo (v. sotto).
L’intelligence jugoslava aveva dato filo da torcere al Fettarappa-Sandri che
dovette organizzare una serie di interventi a Trieste e a Lubiana, con l’uso di
agenti doppi al servizio degli jugoslavi e degli inglesi in Svizzera.
Dopo il 25 luglio 1943, in seguito alla riorganizzazione del S.I.M. e alla no-
mina del nuovo direttore, fu posto a capo della ‘Bonsignore’. Ai suoi compiti
usuali si aggiunse la direzione della Polizia Militare e di altri minori settori del
Servizio.
Sulla base delle istruzioni superiori, il suo lavoro fu prevalentemente diret-
to contro i Servizi speciali tedeschi.
La sera del 5 settembre 1943 il generale Carboni lo mandò a chiamare e lo
informò che si sarebbe dovuto preparare a partire nel pomeriggio successivo
per una destinazione sconosciuta. Gli disse inoltre di preparare una relazione
sui servizi tedeschi da portare con sé. Doveva viaggiare in borghese ma con
l’uniforme in valigia. L’ufficiale dedusse che probabilmente si doveva recare in
Sicilia per prendere contatto con gli angloamericani.
La mattina del 6 settembre 1943 fu avvisato dal Carboni che il viaggio era
stato annullato e che doveva consegnare a lui il rapporto preparato sull’intel-
ligence nazista.
La sera dello stesso giorno Fettarappa-Sandri si recò a Firenze, per dare
istruzioni a quel Centro riguardo a due paracadutisti della Divisione ‘Folgore’,
dotati di radiotrasmittente e lanciati in Toscana contro gli inglesi, che erano
stati catturati.
Mentre era a Firenze, giunse la notizia dell’armistizio: decise di rimanere
leale al governo legittimo e cercò di tornare al più presto a Roma per ricevere e
impartire ordini al proprio personale.
Era consapevole dei pericoli che la decisione poteva comportare, conside-
rato che era ben noto ai servizi tedeschi. In quei giorni però le comunicazioni
con Roma si interruppero; aveva la necessità di procurarsi documenti falsi e
così poté raggiungere la capitale solo il 17 settembre, dove entrò in contatto
con il tenente colonnello in clandestinità Ettore Fagà (dei Carabinieri Reali, già
membro del S.I.M.), con il colonnello Talamo e con il suo segretario, il capitano
Giacomo Ardia.
Nella sua deposizione agli inglesi, dichiarò di non aver trovato nessuno dei
suoi superiori a Roma, e di aver dovuto operare da solo e provvedere al pro-
prio personale. Il 28 settembre ricevette una chiamata dal maggiore Kappler
delle SS, che lo invitava a presentarsi insieme a Talamo al Comando tedesco: fu
interrogato soprattutto sulla sua attività di intelligence antinazista svolta dalla
170 Carte segrete dell’IntellIgenCe ItalIana