Page 163 - Conflitti Militari e Popolazioni Civili - Tomo I
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             Forse fu un po’ troppo pessimista, ma deve essere ampiamente giustificato in quanto Suez
          sarà aperto solo nel 1869 ed il petrolio era del tutto sconosciuto. Non si può fare a meno di
          ricordare che durante la contrapposizione Est-Ovest (il tempo della guerra fredda) il Medi-
          terraneo è stato uno dei punti più caldi della terra, quando la Sesta Flotta e la 5° Eskadra (il
          SOVMEDRON) lo percorrevano in lungo e largo sfruttando le basi navali delle rispettive
          coalizioni.
             Inoltre, oggi, ahimé, il problema del petrolio e la sua influenza sull’economia sono ben
          conosciuti.
             All’inizio del Terzo Millennio, dopo l’attacco terroristico alle Torri di New York, l’11
          settembre 2001 (per non parlare di quelli che lo hanno preceduto e seguito in ogni parte del
          mondo), si è parlato di “scontro di civiltà” e la parola Lepanto è tornata sulle pagine dei gior-
          nali e sugli schermi della televisione, seguita da una certa fioritura di articoli, saggi e volumi
          rievocativi sia di storiografia che di analisi politica, stranamente pubblicati contemporanea-
          mente all’evento e successivamente, come dirò più avanti.
             L’attacco alle Twin Towers è stato trasmesso in diretta in tutto il mondo: nello stesso mo-
          mento milioni di persone erano testimoni di un evento che ha segnato la storia di un popolo.
             La risposta americana con la guerra in Afghanistan è iniziata il 7 ottobre 2001, anniver-
          sario di lepanto e nelle stesse ore della battaglia: una pura coincidenza, senza scomodare
          agata Christie.
             Ma se l’impatto nei confronti delle strutture politiche americane ed europee ha portato
          a situazioni che la diplomazia e gli ambienti militari stanno ancora vivendo, lo scontro di
          Lepanto – solo un episodio della guerra di Cipro (1570-1573) – toccò la sensibilità di tutti gli
          strati sociali dell’occidente mediterraneo e delle popolazioni rivierasche in particolare, e la
          decisione di fissarlo nella memoria futura fu decisamente universale.
             E il ricordo si materializzò non solo per il risultato della battaglia, “la mas alta ocasiòn
          que vieron los siglos pasados, los presentes, ni esperan ver los venideros” per dirla con Cer-
          vantes ; non solo per il controllo e la supremazia sul mare stabilita quel giorno permettendo
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          una “tregua navale” per quasi settanta anni.
             “Quel giorno così fortunato per la cristianità perché tutte le nazioni del mondo intero si li-
          berarono dall’errore in cui erano, di credere che i Turchi fossero invincibili, quel giorno,dico,
          in cui fu annientata la orgogliosa superbia ottomana”  .
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             Se può essere fatto un paragone una situazione analoga può essere quella del 1588 con lo
          scontro tra le unità inglesi e quelle spagnole dell’Armada, o quello tra la flotta inglese e fran-
          cese a Trafalgar o la battaglia tra americani e giapponesi a Midway, per quanto nell’ambito
          della guerra combattuta.
             La vittoria di Lepanto, inoltre, fu celebrata non solo quale evento bellico vittorioso, come
          gli innumerevoli che lo avevano preceduto nei secoli, ma anche quale riflesso della contrap-
          posizione religiosa tra le due categorie – cristianesimo e islam – rappresentative dell’occi-
          dente cristiano ed oriente musulmano.


          3   “Don Chisciotte”, 2° parte, Prologo al lettore.
          4   “Aquel dia, que fue para la cristianidad tan dichoso, porqué en el se desengañò el mundo y todas las naciones
              del error en que estaban, creyendo que los turcos eran invencibles por la mar, en aquel dia, digo, donde quedò
              el orgullo y soberbia ottomana quebrantada” Ivi, Cap. XXXIX.
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