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166 XXXIV Congresso della CommIssIone InternazIonale dI storIa mIlItare • CIHm
mandante della spedizione ed il partito dei “falchi” veneziani con a capo il Venier, disposto
ad andare a “far giornata” anche con le sue forze da sole.
il ritOrnO di lePantO nella stOriOgrafia
L’evento di Lepanto, nonostante i monumenti ed i ricordi materiali, svanisce con il XVII
secolo, con l’inizio della decadenza di Venezia e con l’interesse della Spagna nell’impero
oltre atlantico.
Venezia avrà ancora alcuni sprazzi di gloria con i Capitani da mar Marcello, Mocenigo e
Morosini nella sua secolare contrapposizione con l’impero ottomano (per non parlare della
casa d’Austria), ma la perdita di Candia è una prova del suo arretramento nei possedimenti
adriatici .
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Come scriveva Voltaire,
“Venezia temeva l’imperatore e i Turchi e poteva difendere a stento i suoi stati di Terra-
ferma dalle pretese della Germania o dalle invasioni del Gran Signore. Non era più quella
Venezia, già padrona del commercio del mondo, che, centocinquant’anni prima suscitava
la gelosia di tanti re. Sussisteva la saggezza del suo governo, però il suo grande commercio
annichilato toglieva quasi tutta la sua forza, e la città di Venezia restava imprendibile per la
sua posizione, incapace di conquiste per la sua debolezza” .
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Il risorgimento dell’epopea levantina ritorna alla metà del XIX secolo.
Nel 1845 i monaci di Montecassino danno alle stampe il manoscritto di un loro confratel-
lo, già combattente a lepanto e ritiratosi in convento al rientro in italia:
“Commentari della guerra di Cipro e della Lega dei principi cristiani contro il Turco”
Dopo qualche anno lo spagnolo Don Cayetano Rosell pubblica la sua “Historia del com-
bate naval de Lepanto y juicio de la importancia y consecuencias de aquel suceso”, Madrid
1853, che riporta documenti di fonte spagnola.
al Rosell seguiranno due religiosi: in italia il domenicano Guglielmotti pubblica nel
1862 “Marcantonio Colonna alla battaglia di Lepanto”, usufruendo di documenti vaticani e
dell’archivio Colonna.
E’ indubbiamente un’opera agiografica, cui si oppone qualche anno più tardi D. Miguel
Sanchez, presbitero, con “Felipe II y la Liga de 1571 contro el Turco”, Madrid, 1868, molto
critico nei confronti del domenicano.
Serrano, in “La Liga de Lepanto entre España Venecia y la Santa Sede”, Madrid 1918, to-
mo I, pag. 25, criticherà Guglielmotti perché “sparece por demàs apasionado contra España;
a veces tergiversa los hectos y los documentos de un modo despiadados y cae en contradi-
ciones”.
Critica anche l’opera di Sanchez “la qual peca tambien de excesivamente patriotica”.
Ancora agiografico è il volume di Benedetto Veroggio: un elogio a Giovanni Andrea Do-
8 G.Ferrari, “Le battagle dei Dardanelli (1656-1657)” in Memorie Storiche Militari, fasc. III, 1913
9 Voltaire, “Il secolo di Luigi XIV”, Einaudi, 1951, cap. II, pag.16. L’opera fu pubblicata in prima edizione a
Berlino nel dicembre 1751 e in edizione definitiva nel 1768